Amenëlë (di Edmondo Bellanova)

Quest’anno per un quintale di mandorle mi è stata offerta la somma di 85,00 euro e, anche senza fare conti precisi, ho ritenuto più opportuno lasciarle nei sacchi sperando che i miei decidessero di trasformarle in pasticcini, cupetë, ricci e biscotti cegliesi.

Questo prezzo non mi ha fatto minimamente pentire dell’aver estirpato la maggior parte dei mandorli in tutti i nostri terreni, anzi mi sono ancor più convinto che la nostra agricoltura continua a percorrere una maledetta via verso un inevitabile fallimento. Poi ho letto della manifestazione organizzata a Ceglie Messapica dal Consorzio per la valorizzazione della mandorla brindisina ed ho voluto parteciparvi per capire meglio cosa si propone di nuovo.

Entrare nel Castello ducale è sempre emozionante perché nel silenzio e nella penombra del maniero riecheggia ancora lo scalpitio degli zoccoli dei cavalli e lo stridio delle ruote ferrate delle carrozze sul consunto selciato dell’atrio interno. Appena dentro lo sguardo corre veloce verso il pianerottolo della preziosa scalinata quattrocentesca dove l’immagine della nobildonna è lì ad accoglierti non senza farti pesare la differenza di lignaggio e non ti senti a tuo agio, ma ospite in un sogno irreale.

Questa volta è Antonio De Franco a cronometrare il ritardo con il quale la manifestazione inizia: un’ora e nove minuti. Non mi stancherò mai di evidenziare questa diffusa cattiva abitudine di far aspettare ospiti-invitati, ma così vanno le cose! Allora approfitto di questo tempo per scambiare saluti con vecchi amici e non perdo l’occasione di fare nuove conoscenze.

L’incontro con il rag. Antonio De Franco mi rattrista perché è inevitabile che il suo volto mi ricordi gli anni vissuti nell’amicizia di suo fratello Francesco, vissuto troppo poco!

Rivedo il dott. Agostino Grassi le cui indicazioni sulla dieta mediterranea fanno sperare in una facile liberazione dai tanti problemi della moderna alimentazione con la semplice rivalutazione dei prodotti delle nostre campagne. Il presidente Mario Annese  sembra  sempre più lontano dall’agone politico, occupa il solito posto in  seconda fila. Il sindaco Caroli, stranamente più puntuale di altre volte, sembra irritato con qualcuno, ma la cosa non m’interessa perché incontro Pino Santoro con il quale disquisisco sul maldestro tentativo degli espositori di italianizzare il nome delle varietà di mandorle esposte. Trovo strano leggere : riviezzo, mingunna, vuttala. Dovremmo rileggere Pietro Gatti e/o rifarci  al glossario di Pasquale Elia.

Quindi ci sono gli interventi dei vari relatori, per fortuna, brevi e concisi che mettono bene in evidenza l’opportunità che si offre allo sviluppo del nostro territorio  grazie alla valorizzazione delle mandorle. E’ certo che questi ragionamenti stridono con gli 85,00 euro di cui all’inizio e qualcuno vorrebbe intervenire per dare voce al disagio di quanti si ostinano ancora a coltivare il mandorlo      (per amore! Dice il sindaco Caroli, non certo per una convenienza economica!).

 Tornando a casa, in macchina, ho riflettuto su quanto ascoltato e mi sono convinto della bontà dell’iniziativa che vede in primo piano l’intervento della Provincia di Brindisi con l’impegno dell’assessore Pietro Mita ed il contributo dell’Agenzia Regionale Pugliapromozione con Francesco Nacci. Questa iniziativa non servirà certo a risollevare la condizione dell’agricoltura brindisina e in special modo quello della coltivazione del mandorlo ma a pubblicizzare e promuovere i prodotti tipici a base di mandorle che sono certamente dei “dolcissimi” mezzi con i quali valorizzare il nostro territorio. Il “fico mandorlato” di San Michele ed il “biscotto cegliese” sono già dei formidabili promotori-ambasciatori per il turismo; si tratta, ora , di elaborare un progetto comune, di ottimizzare gli interventi promozionali, di impegnarsi in un comune sforzo per il rilancio turistico di questa parte della provincia di Brindisi.

…Ma, nella stupenda sala  sanseverina, mancavano gli amministratori di San Michele Salentino, Francavilla Fontana e Villa Castelli.

sanmichelesalentino6febbraio2012edmondobellanova

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4 Commenti a “Amenëlë (di Edmondo Bellanova)”

  • midiesis:

    “…Ma, nella stupenda sala sanseverina, mancavano gli amministratori di San Michele Salentino, Francavilla Fontana e Villa Castelli”: se gli amministratori comunali sono equiparati ai dipendenti pubblici bisogna considerare che la domenica, giorno in cui si è tenuta la manifestazione, è un giorno festivo! Quindi non si lavora.

  • devina:

    Quanto dovrebbe essere, Mondino, secondo te, una giusta monetizzazione di un quintale di mandorle?
    Tenendo ovviamente presente che se da un lato è improponibile una cifra talmente bassa, da non permettere di rientrare nemmeno nei costi, dall’altra il prezzo deve essere tale da risultare appetibile sia per chi vende sia per chi compra.

  • Il piacere è mio di averti conosciuto. Riprendo questo tuo post sul mio blog

  • Come sempre piacevole, leggere i tuoi reportage, ciao!

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