Articoli marcati con tag ‘Desdemona’

LoveOfMyLife, la pacchia è finita! (di Desdemona)

la lancetta dei minuti e la lancetta delle ore ti guardano, ti puntano, ti sorridono e ti sputano sulla faccia:
oh Love Of My Life, fatti processare come un cittadino normale, dai! La pacchia è finita..

Quali che siano i risultati definitivi, è evidente che quell’accozzaglia di corrotti, fascisti, rottami della peggiore prima Repubblica, mafiosetti, prostitute, maitresse e squallori umani assortiti chiamata PDL, è scomparsa.
Se è scomparsa, non può più governare.
Dunque, se il centrosinistra avesse dirigenti con le palle, Leggi il resto di questo articolo »

Diaz, non pulire questo sangue (di Desdemona)

questo film racconta una ferita aperta
questo film evita una rimozione collettiva voluta da tanti, troppi, da quasi tutti
questo film è un film da vedere
questo film è un film che fa piangere d’orrore, e di sdegno
questo è un film da ricordare

chi dimentica è Leggi il resto di questo articolo »

…la neve, e la Morte (Desdemona)

La lancetta delle ore tocca il 5
la lancetta dei minuti tocca lo stesso numero
nevica, e penso a Renzo, a Stefano e a Francesca:
il pensiero della vita
si trasforma nell’immagine di un teatro vuoto,
sento una voce senza vedere alcun corpo
e mi sento come in quelle giornate in cui fa freddo ma c’è il sole.
Sensazione turbante, seppur scomoda.
Apro le stanze, mi spoglio dal silenzio perchè ho voglia di Leggi il resto di questo articolo »

Non chiederti cosa… (Desdemona)

Per mio padre

Le lancette si fermano, Desdemona mi lascia entrare nelle sue stanze. C’è buio, una candela diffonde una luce leggera, lieve. C’è silenzio. Penso.

che…

Nei silenzi, si nascondono parole inspiegabili, Leggi il resto di questo articolo »

Tirare le somme…? (Desdemona)

2010

Ha visto le lancette fermarsi più volte, e avere l’impressione che il tempo fosse soltanto l’immagine fissa di una scena girata male.

A capodanno fissava il vuoto dentro un camino acceso

In primavera fissava il vuoto dentro un camino spento

In autunno fissava una flebile luce fuori dalla sua finestra

Ha visitato un museo in compagnia di Vinicio Capossela.

Ha guardato negli occhi Pupi Avati.

Si è lasciata stringere da Cristina Donà.

Ha mangiato le castagne cotte sul fuoco di una casa che le ha dato e tolto tanto.

Si è addormentata in giardino con i suoi gatti.

Spera di accompagnare MM sul tappeto rosso, con un vestito nero, la schiena scoperta e le scarpe con il tacco alto.

Ha fotografato il suo volto senza occhi.

Ha fotografato il suo volto senza sorriso.

Lo ha fotografato piangendo.

Lo ha fotografato sperando.

Ha visto la luna nascere e morire leggendo Il Farmaco di Gilda Policastro.

Ha visto la luna nascere e morire scrivendo il suo prossimo libro.

Ha visto la luna nascere e morire pensando al mare.

Ha insegnato scrittura creativa.

Ha capito che non si può insegnare a scrivere.

Ha cercato di insegnare a guardare dentro le proprie passioni.

Ha pianto sola.

Ha guidato senza meta.

Si è comprata la macchina nuova, il che ha significato trovare la forza di pensare al di là della soglia ribassata della propria aspettativa di vita. Avere la forza di investire in un futuro comunque incerto, a data di scadenza imprevedibile.

Si è innamorata. Disinnamorata. Innamorata. Disinnamorata. Innamorata

Ne ha approfittato per capire molte cose di sé. Ed è sopravvissuta. Sopravvive sempre.

Vuole riprendere a cantare.

Ha ascoltato molta musica e ballata troppo poca.

Ha ripreso a pensarsi intera.

Ha avuto una ricaduta e si è rialzata. E’ ricaduta. E si rialzerà.

Ha scritto un saggio su Kubrick.

Una persona è entrata stabilmente nella sua vita. Almeno 5 ne sono uscite con dolore

Ha suonato la chitarra in riva al mare.

Ha letto ad alta voce la Bibbia.

Ha rotto uno specchio e si è messa a ridere.

Era a Roma, al concerto di Niccolò Fabi.

Ha accettato un lavoro importante.

Ha spento per sempre la televisione.

E’ andata per la prima volta sulle giostre. Terrorizzata.

Ha preso un aperitivo con Marco Travaglio, condiviso una lezione con Erri De Luca e aspetta impaziente Gianrico Carofiglio.

Scriverà a cinque mani un libro sulle conseguenze fisiche del dolore.

Ha imparato a non incrociare le dita.

Non ha imparato ad aprire la porta delle sue stanze.

D Es Demon A

A piedi nudi (Desdemona)

Disorientata e incredula, poggio la ragione in fiorite stanze di rose appassite e accarezzo le inquietudini che pervadono il corpo sempre più proteso verso la stanchezza che mi mangia a morsi.

Mi tolgo le scarpe, e scalza attraverso incerta il corridoio del mio dolore, scoprendo una fortezza costernata e ripiegata in felicità mai assaporate, lontane dalla certezza e anche dalla vita, insalubre e impotente al cospetto di strade interrotte dalla neve che nemmeno il sole di un agosto come questo è riuscito a sciogliere.

Mani che non spazzano, che tormentano tuttalpiù e spalmano colate di lava e cioccolato fondente sporgendo torridi sorrisi senza tremori, mentre le dita scorrono veloci ed entrano nel mio corpo scostando il lembo di stoffa rossa che mi copre da una nudità Leggi il resto di questo articolo »

Hockey su prato a San Michele S.no

Laureati con 110 (e lode)

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