Storie di viaggiatori (di Chiara Nisi)

Chiara Nisi

Custodi di nostalgici segreti. Lo scorrere di ruote sull’asfalto a volte ti rende più riflessivo di quanto si possa pensare.  Allontanano ed avvicinano in una maniera così sinuosa e intrecciata che sarebbe inevitabile distribuirvi i pensieri di passaggio. Le strade. Portano alla gente che amiamo, portano a luoghi passati, ai ricordi, consolano o turbano, talvolta accolgono, talvolta respingono. Ricamano storie e nostalgie.

Pensi spesso alle distanze? A quanto possono essere così sofferte da attrarre i pensieri in un campo di forze amorevoli e melanconiche. Fa tanta strada l’uomo, e conosce, esplora,  solo per completare la scoperta verso se stesso e verso una verità così difficile da disegnare. Eppure le strade più intricate le trova dentro il suo mondo. E dentro tutte quelle ingarbugliate elucubrazioni della mente e del cuore.

Il famoso viaggio verso se stessi allora batte tutte le distanze geografiche e apre gli orizzonti a quelle distanze così trascendenti che conducono verso le astratte verità e lasciano all’uomo il beneficio del dubbio.  E nascono luoghi nuovi nella mente, dove le mete sono irrequiete.

Calvino diceva nelle sue Città invisibili che “ l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti”. 

E’ importante che gli uomini oggi preservino la loro voglia di viaggiare, per scoprirsi e rinascere e cambiare la pelle e inseguire senza affanno le metamorfosi dell’anima. L’altrove non è uno specchio negativo, ma una spinta grintosa per l’uomo che si mette in discussione e muove bene le pedine della sua scacchiera mentale.

On the road. “…dobbiamo andare e non fermarci mai. Finche’ non arriviamo.”
“Per andare dove, amico?”"Non lo so, ma dobbiamo andare…”

Allora ci pensi mai alle tue strade? Agli aerei, ai treni presi per le circostanze, per il lavoro, per amore, per le coincidenze che muovono il flusso delle tue onde vitali. Ma la cosa più pericolosa è rimanere troppo fermi. Nelle terre e nel pensiero. Si rischia di fossilizzarsi nelle proprie paure, di paralizzare il cammino. Di stroncare le volontà di conoscenza.

Partenze e ritorni hanno sempre un velo di tristezza, perché segnano speranze, o delusioni, o consapevolezze. Ma la più grande adrenalina è nella mente del viaggiatore, gravida di novità e prospettive, estranea all’evidente sedentarietà dell’uomo qualunque.

Ci pensi mai allora al tuo viaggio? A quello che ti aspetta e a quello che sei diventato. Dicono che la geografia sia più importante della storia, perché la contiene. Anche la tua storia è contenuta nelle strade che stai costruendo.

E non sempre il percorso ci va a genio. C’è gente che passa e se ne va, c’è gente che fa sosta un po’ di più, c’è dolore, ma anche gioia, e c’è che tutto cambia e il panta rei della vita anche questa volta non si è sbagliato.  E c’è che tutto scorre.

Ma tu stesso sei la fonte delle tue emozioni sorgive. Allora anche se non si è mai sicuri della fine che ci si sta costruendo perlomeno occorre non fermarsi mai. Lo insegnava anche Baudelaire nelle sue riflessioni un po’ estemporanee e dolcemente estrose: “ i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole”.

E’ bello mettersi in gioco, mettere alla prova le proprie risorse per poter guardare con soddisfazione alle proprie  realizzazioni. Sapere di essere utile e protagonista di un viaggio, primo attore sul palcoscenico della vita.  Ma anche turista di se stesso. Non è facile raggiungere l’equilibrio, in tutte le questioni dell’anima se ci pensi:  il troppo storpia e il poco non aiuta. E la famosa “medias res” si perde di vista. Ma se viaggi e vinci la tua partita contro l’ovvietà allora forse l’equilibrio ti aiuterà ad affrontare al meglio tutti i momenti in bilico nella tua vita.

Perciò non far sì che la paura ti congeli il pensiero e che l’ignoto ti spaventi. Anche e soprattutto le paure ti crescono e ti cambiano.

Allora ci pensi mai al tuo viaggio?

Dedicato a tutti i viaggiatori. E a quelli che fanno parte del mio viaggio.

Fai in modo che la vita ti porti alle giuste destinazioni, tenendo però sempre a mente che sei tu il conducente. 

Chiara Nisi

4 Commenti a “Storie di viaggiatori (di Chiara Nisi)”

  • Stefania:

    Cara Chiara,
    ti rispondo da pendolare, quindi da viaggiatrice costante: hai espresso esattamente come ci si sente e quali siano i pensieri, almeno per quanto mi riguarda.
    Hai mai pensato a qualche concorso letterario?
    Un abbraccio forte.
    Stefy

  • Chiara:

    Stefania! Grazie! Sei sempre dolce e mi gratificano i tuoi commenti. Io ho iniziato quest’anno a cogliere davvero l’essenza dei viaggi. Concorso letterario? Non so, a dir la verità non mi informo, mi piacerebbe molto, ma non so nemmeno se lanciarmi. Un abbraccio forte. Spero di vederti presto al paese :)

  • Chiara:

    Scusami, ti ho confusa con un’altra Stefania, ma fa lo stesso ;)
    Mi ha fatto molto piacere leggere il tuo commento.
    A presto
    Chiara

  • stefania:

    si, non ho ancora corretto l’impostazione per inserire visibile anche il cognome, colpa mia :-)
    In ogni caso io al paese torno a cadenze semestrali :-p

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