IL MIO DIZIONARIO – 19/09/2022 (di Vincenzo Palmisano)

DEBUTTO DIALETTALE ON LINE

Mia moglie accende il computer e mi chiama: ”Vieni, c’è  Orazio!”.

Mi avvicino, mi siedo e insieme ascoltiamo Orazio Azzarito che recita i suoi versi in dialetto sanmichelano.

Appena finisce, dico a mia moglie: “Incredibile, è come se avessi ascoltato la voce di Francesco Azzarito, il padre di Orazio. Lo stesso tono, lo stesso ritmo, la stessa pacatezza.

E’ stato sempre questo il mio commento al termine del suo poetico dire, negli interminabili mesi della feroce estate 2022.

Nella breve storia di San Michele Salentino, Francesco Azzarito, stimato docente nella locale Scuola elementare e sindaco, con la raccolta di poesie dal titolo “Lu ciucc de Cicc” ( Prima edizione ), è stato il primo autore a scrivere versi nel dialetto locale e a farli stampare.

Orazio ha seguito le orme del padre e, declamando dal palcoscenico televisivo di “Midiesis” le sue poesie in dialetto sanmichelano, si è rivelato un autentico figlio d’arte.

Un dono del DNA, di madre natura che non viene concesso a tutti, perché non tutti gli Alberto Angela diventano Piero Angela.

Il frutto inaspettato e apprezzato del suo felice esordio è stato un audiolibro, i cui versi rimarranno nelle orecchie e ritorneranno in mente, solo se usciranno dalla gabbia del computer e diventeranno un libro cartaceo con CD e traduzione italiana, a fronte o a pie’ di pagina.

Solo così, fra 100 anni, quando tutti i dialetti, compreso quello di San Michele, diventeranno strumenti espressivi obsoleti, la lingua, la parlata sanmichelana potrà essere ascoltata, capita e gustata.

Ora, rivolgendomi ad Orazio, che ricordo adolescente ma non vedo da quando espatriò al Nord, concludo dicendo che di questa tua prova mi hanno colpito:

la misura breve, quasi epigrammatica, dei versi, il linguaggio scabro, essenziale, il pungente connubio satira-ironia e la chiusa fulminea di ogni componimento.

PEDONI

Una razza quasi estinta. Li abbiamo cacciati via noi, uomini insipienti a quattro ruote senza freni, allo stato brado nella giungla del traffico.

Errata Corrige

Il maestro all’alunno:

“Non si dice guerra, si dice operazione speciale”.

Vincenzo Palmisano

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Un Commento a “IL MIO DIZIONARIO – 19/09/2022 (di Vincenzo Palmisano)”

  • Orazio:

    Caro Prof.,
    non mi aspettavo il tuo graditissimo e bel commento per le mie poesiole dialettali “recitate”.
    Devo ammettere che mi hai fatto emozionare citando mio padre (che di te aveva profonda stima) e paragonandomi a lui che però era/è su un’altro livello anche culturale.
    Certamente il DNA ha fatto la sua parte ma ammetto che le sue poesie sono “un’altra cosa”, e poi io non riesco a scriverle in dialetto sanmichelano (Mondino su questo è molto bravo).
    Le tue belle parole saranno comunque per me uno sprone per continuare e, se qualcuno volesse darmi una mano a scriverle in dialetto, sarei felicissimo di farne un video/audio libro delle mie poesie magari anche con quelle belle di Martin Menzares, alias Rocco.
    Al piacere di rivederti, con affetto
    Orazio Azzarito

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