Rubrica “Messaggistica” del giornale del Comune di San Michele Salentino “72018 Magazine” (di Nando De Vitis)

Al Sindaco e al Direttore responsabile.

Anche se la rubrica “messaggistica” dovrebbe configurare l’intervento del dott. Domenico Galetta come espressione addebitabile esclusivamente al firmatario, mancando uno specifico chiarimento, in proposito, le possibili alternative sono due:
a) il dott. Domenico Galetta parla in veste di rappresentante istituzionale;
b) il dott. Domenico Galetta parla, effettivamente, a titolo personale.
Ora, fosse vera la prima ipotesi, l’articolo, con tanto di pubblicazione in apertura di fianco all’editoriale, è “cosa grave”.
Lo è perché un portavoce dell’amministrazione comunale (se così fosse) non può utilizzare un foglio, stampato con soldi della comunità, per perculare il destinatario/i destinatari (di cui, lo sottolineo, me ne frega meno che zero) rimestando vecchi rancori, “ossessioni covate per anni” (cito testualmente) o rodimenti (di posteriore), con il messaggio implicito (ci tiene a sottolinearlo) che l’interlocutore possa raggiungere l’aldilà in modo sereno. Non senza la (derisoria) preoccupazione che lo stesso, prima di raggiungere tale soglia dell’altro mondo, possa apparire un “vecchio decrepito” atto alla frustrazione e al tormento in pieno contrasto con gli insegnamenti religiosi.
A leggere il testo, quindi, un vecchio rancoroso che, ossessionato dall’imperturbabilità e dall’indifferenza del dott. Galetta alle sue provocazioni, passa il tempo a deprimersi con il rischio di ammattire.
Tanto imperturbabile e indifferente, in effetti, il dott. Galetta, che si è premurato di farlo sapere al diretto interessato, non in modo privato, vis-à-vis, ma usando una pagina del “Magazine 72018 – Notizie, storie e curiosità dal Comune di San Michele Salentino”.
Se invece è vera la seconda ipotesi, ossia l’articolo è ad esclusivo titolo personale, la cosa è ancora più grave.
Perché il giornale ufficiale del comune permette ad un “normale” cittadino di togliersi dalle scarpe pietre, o pietruzze che siano, costituendo un pericoloso precedente per cui se domani Tizio volesse avvalersi della stessa pagina per cantargliele a Caio non so come il direttore potrà rispondere di no visto che precedentemente ha detto di si.
E il bello è che sullo stesso numero del giornale, poche pagine più avanti, il Sindaco, richiamando la “deontologia” a cui è ispirato il magazine specifica chiaramente che “i messaggi di posta elettronica non dovranno essere offensivi e non dovranno avere finalità politiche o per colpire qualcuno”.
Boh!
Spero caro Sindaco/Direttore sia chiaro l’intento del mio intervento.
Infatti, delle eventuali considerazioni del dott. Galetta, in merito a quanto da me scritto, non me ne frega niente. In quanto non metto in dubbio se le sue stoccate siano o meno pertinenti, così come non mi interessa di verificare se il destinatario sia o no meritevole di ricevere le stesse.
Dico che il giornale non può prestare il fianco a schermaglie di chicchessia per conflitti irrisolti di cui a noi comuni mortali ce ne frega il giusto, ossia zero.
Pertanto, il dott. Galetta parla nelle vesti di rappresentante istituzionale o a nome proprio?
E nel secondo caso, perché gli è stato concesso questo privilegio in disaccordo con la “mission” della testata?

ferdinando de vitis

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Articolo correlato:

“72018 Magazine”, il numero 6 (novembre – dicembre 2018)


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