Le prime cose nella storia di San Michele Salentino (di Edmondo Bellanova)

Piazza Marconi - 1948 - cartolina concessa da Giuseppe Argentiero

Don Rocco Ivone, con Radio Dara, mi ha coinvolto nella rubrica “Agorà” che racconta la storia e la vita dei comuni della provincia di Brindisi. Sono interventi di pochi minuti nei quali ho già parlato della mia ricerca sui soprannomi  e delle edicole votive sparse tra centro urbano e campagne di San Michele Salentino.

Il prossimo intervento riguarderà il passato del nostro paese. Il dott. Alessandro Torroni esaminerà gli aspetti più propriamente storici, mentre io intendo evidenziare: curiosità, particolarità, bizzarrie, stranezze. Poiché mi sono riservati solo tre minuti per l’intervento ho dovuto prendere degli appunti scritti che mi piace anticipare su Midiesis. Le informazioni sono sostanzialmente prese dal volume di don Antonio Chionna e Vincenzo Palmisano “San Michele Salentino tra storia e tradizioni-Ed.Il punto- 2006“ e Marco Marraffa “Le origini e l’evoluzione di San Michele Salentino-Ed.Prospettive.2009” con le quali ho già pubblicato un mio lavoro (Radici).

I PRIMI:

Nascita
I riferimenti storici possono essere contraddittori, ma io penso sia legittimo datare l’inizio dell’esistenza di San Michele Salentino con il 04.08.1839, data del primo atto con il quale Francesco Dentice di Frasso comincia a cedere in enfiteusi i terreni della masseria San Michele;

Autonomia
il 25.10.1928 è invece la data del Regio Decreto con il quale San Michele Salentino è dichiarato comune autonomo;

Ufficio di polizia urbana
nel 1885 si prendono in fitto dei locali in largo Chiesa (oggi: Piazza Dante) dal Sig.Giovanni Parisi;

Farmacia
nel 1892 il Comune di San Vito dei Normanni affida al dott. Michele De Leonardis la tenuta di un “armadio farmaceutico” in locali in largo Chiesa;

Centenaria
la prima centenaria di San Michele risulta essere la signora Elia Isabella deceduta nel 1891 a 103;

Ufficio di stato civile
in seguito alle rimostranze sedate con l’intervento dell’esercito, il 12.10.1912 s’istituisce l’ufficio in via Francavilla (ora Via Duca D’aosta) con la nomina dell’applicato Vincenzo D’Ambrosio;

Impresa edile
1845 –Francesco Dentice di Frasso appalta al cegliese Giovanni Gioia fu Rocco la costruzione di 18 case in ampliamento ai fabbricati della masseria San Michele;

Illuminazione elettrica
dal 1924 la Società Elettrica Carovignese fornisce d’energia il paese e dal 20.10.1929 l’illuminazione elettrica sostituisce quella a petrolio;

Donna morta
è Miccoli Rosa di Francesco di anni 17 la prima deceduta registrata nella frazione il 16.07.1941;

Levatrice
nel 1853 presta la sua opera Caterina Bagnardi;

Sacrestano
già dal 1851 Antonio Epifani di Giuseppe è sacrestano (senza paga) della chiesetta del Principe;

Medico condotto
dal 1900 dott. Ettore Nardelli da San Vito;

Battezzato
il 03.03.1901 nel giorno della elezione a parrocchia della Chiesa madre don Pietro Nicola Galetta battezza Prete Pietro;

Edificio Scolastico
è inaugurato il 31.10.1037, la progettazione–costruzione era iniziata il 1932;

Fontanina
la prima fontana d’acqua potabile è collocata nel 1929 in via Francavilla (ora via Duca D’Aosta) e dovrebbe essere quella ora esistente in via Pisacane;

Carabinieri
la prima caserma è istituita il 17.10.1914, nel 1915 si trasferisce nei locali di Domenico Galetta in via Duca D’Aosta;

Bidello
il 29.05.1926 De Pasquale Donato è nominato bidello-custode della scuola elementare;

Monumento
forse l’unico dei monumenti (Gloria ai caduti-Pace per i popoli) è inaugurato nel 1967 dal sindaco Francesco Azzarito;

Ufficio Postale
l’01,07.1907 è istituito l’ufficio postale di 3^ classe;

Insegnante
nel 1876/77 don Vincenzo Antelmi, cappellano della chiesetta del Principe, impartiva lezioni scolastiche;

Nascita
Rocco Argentieri nasce nella frazione ed è registrato il 03.06.1945;

Vittima del lavoro
Giuseppe Tommaso Tomaselli muore il 19.08.1840 schiacciato dall’albero che stava abbattendo;

Esposta
il 17.02.1893 viene battezzata la prima bambina abbandonata nei pressi del cimitero, con macabra ironia le viene imposto il nome di Vittoria Cimiterina Buoncompagno;

Chiesa
già dal 1785 Maria Fratesca Caracciolo moglie di Placido Dentice di Frasso aveva promesso la costruzione di una chiesetta nella Masseria/frazione. Nel 1850 si utilizza un vano della masseria per sistemazione della chiesetta che sarà benedetta ed aperta al culto nello stesso anno;

Becchino
il 05.10.1880 è nominato custode-becchino il sig. Cavaliere Giacinto;

Martire
la prima e per fortuna l’unica vittima dei moti per l’ottenimento dell’autonomia dal comune di San Vito dei Normanni fu Angelo Raffaele Barletta ucciso per errore in San Vito dal compaesano Giuseppe Vitale;

Epidemia
Nel 1886/1887 morirono di colera 288 sanmichelani; 136 ne morirono nel 1904, mentre nel 1911 i morti furono 516 ed il Comune si vide costretto a destinare a lazzaretto la casina Vitale in via Adua;

Maritaggio
dimostrandosi un precursore del welfare Francesco Dentice già nel 1848 istituisce 8 maritaggi per le ragazze povere della Frazione di San Michele;

Rifiuti solidi urbani
il 04.01.1913 il servizio è affidato a Michele Tagliente per la somma di 950 lire/annue;

Agenzia delle Entrate
dal 1895 il dazio è raccolto da Giuseppe Nobile padre del preside Tommaso;

Illuminazione
riporto un brano del contratto del 1880 per il servizio di illuminazione pubblica: “I tre lumi saranno accesi in tutte le ore che non vi sarà la luna, intendendovi assenza di luna, anche quando questa trovasi annuvolata. I lumi dovranno trovarsi accesi non più tardi di un’ora dopo il tramonto del sole e non dovranno essere spenti prima di un’ora e mezza dall’uscita del sole. Il tutto per sei mesi all’anno”;

Campane
Mons. Luigi Aguillar nella relazione dell’ispezione eseguita nel 1876/77 alla Chiesetta del Principe: “Epperò vi è duopo d’una campana di maggior calibro e più sonora, onde potersi ascoltare da un popolo che si allarga alla giornata”;

Esclusione
il sindaco di San Vito Franklin Nardelli, impaurito, comunica al prefetto: “Imponente manifestazione cittadini irrompono casa comunale gridando: Esclusione-sanmichelani!”. 26.02.1912 Iniziano i disordini per la rivendicazione dell’autonomia.

Sanmichelesalentino09marzo2014edmondobellanova

8 Commenti a “Le prime cose nella storia di San Michele Salentino (di Edmondo Bellanova)”

  • Luigi Calò:

    Carissimo Mondino,
    tra le tante ed interessantissime cose che hai menzionato, vorrei un tuo parere su un argomento che tra amici spesso è stato oggetto di discussione: i colori rappresentativi del nostro paese. Molti credono che tali colori siano il bianco e l’azzurro, di calcistica memoria; a mio parere si tratterebbe di un falso storico, dimostrato dalla fascia a scacchi biancorossa ben evidenziata sullo stemma e sul gonfalone comunale. Se hai notizie a proposito, sarebbe interessante conoscere il significato dei due colori, il bianco ed il rosso, anche se potrebbe essere facilmente intuibile.

    Ciao!

  • midiesis:

    La risposta di Mondino per Luigi Calò:
    Luigi, mi sembra strano scriverti quando quotidianamente c’incontriamo al bar, in piazza e per strada, ma cerco di dare risposta al tuo quesito perché in esso vedo il tuo interesse voler coinvolgere in queste tematiche il maggior numero possibile di sanmichelani.
    Certo il più referenziato per parlare dello stemma e del gonfalone del Comune di San Michele Salentino è don Antonio Chionna ma, sperando di anticiparne un intervento, cerco di dare una mia spiegazione.
    Come si vede dalla foto dello stemma araldico dei Dentice (dei Pesci) di Frasso (dal 1725 con il principe Placido), famiglia nobile discendente dal Conte Sergio nobile della Repubblica di Amalfi nel X secolo, i colori presenti sono: azzurro (lo sfondo), oro (il dentice) argento e rosso (i 16 pezzi della bordatura).
    Quando con Regio Decreto del 13 marzo 1930 venne conferito il gonfalone al comune di San Michele Salentino si volle rendere omaggio alla famiglia Dentice ex-proprietaria della maggior parte del territorio del comune e, quindi, anche nello stemma di San Michele si rivedono l’azzurro, il pesce (dentice) ed il rosso e l’argento (diventato poi bianco) dei 12 scacchi.
    Chionna, a pag. 248 del suo volume sulla storia di San Michele, riporta:
    “Interzato in fascia: nel primo d’azzurro, alla stella d’argento; nel secondo scaccato di due fila d’argento e di rosso, nel terzo mareggia d’azzurro e d’argento, al delfino natante del secondo”.
    Come ben dici e come con nostalgia ricordo le nostre squadre di calcio per anni hanno utilizzato il bianco e l’azzurro ma la scelta fu casuale e dipendente dalla divisa trovata a più buon prezzo.

    Sanmichelesalentino12marzo2014edmondobellanova

  • Luigi Calò:

    Mondino,l’intento era proprio di coinvolgere altre persone sull’argomento. La tua disamina ed il riferimento ad uno studioso insigne delle cose sanmichelane come don Antonio Chionna è alquanto interessante ed esaudiente. Resta il quesito di partenza: ufficialmente, quali sono i colori che rappresentano il nostro comune? Personalmente, credo che siano il bianco ed il rosso, evidenziati dalla scacchiera. Se non erro, i colori evidenziati sulle scacchiere o sugli scudi degli stemmi comunali, poi sono i colori che rappresentano quelle città. Magari, poi, ci potrebbero essere state anche altre motivazioni che spinsero alla scelta di tali colori sulla scacchiera, una volta conquistata l’autonomia comunale; chissà…

  • aldochiese:

    A proposito di calcio: io ricordo che verso la metà degli anni 70 quando si fece il settore giovanile di calcio, Presidente il papà di Mondino, fu proprio lui a dire che le maglie che dovevamo indossare rappresentavano i colori ufficiali del nostro paese. Quelle maglie le ho indossate pure io ed erano bianche e rosse a scacchi.

  • Luigi Calò:

    Aldo, ricordo bene! La casacca dei pulcini, cui fai riferimento, era proprio a scacchi biancorossa e la motivazione adotta fu proprio ciò che dici, perchè quelli erano i colori ufficiali del nostro paese. In più, se non erro, sul portone principale d’entrata del comune, si nota una fascia, ora nera di smog, che alternava quadrati bianchi e rossi. Anche sullo stemma dei Vigili Urbani sono ben evidenziati i colori biancorossi.

  • Lino Ciraci:

    BIANCOAZZURRO
    A proposito della simpatica disputa (“disputa” per modo di dire, poiché si tratta di tentativi di mettere a fuoco ricordi e circostanze: il tempo è tiranno!) sui colori sociali della squadra di calcio di San Michele Salentino, vorrei dire anche la mia, in qualità di vecchio appassionato di calcio.
    Premetto che, comunque sia, a mio modesto parere, i colori sociali del San Michele Sal. sono il bianco e l’azzurro. Con quella maglia, infatti, si sono disputati vari campionati, a partire dal 1966-67 ( persino uno -non ricordo in che anno- di prima categoria, girone B regionale: memorabile l’incontro, qui a san Michele, con il capolista Castello Svevo di Oria, in una cornice di pubblico mai vista, né prima, né dopo).
    Quella maglia hanno indossato tante persone- allora giovani- di paesi e città a noi vicine, che ricordano ancora con entusiasmo la loro esperienza di calciatori del San Michele, tra i quali si distinsero anche alcuni concittadini.
    Tutto questo è potuto avvenire grazie all’entusiastica e disinteressata abnegazione di vari sammichelani, tra i quali è doveroso ricordare Cataldo Bellanova ( padre di Mondino).
    Quanto ai colori biancorossi, provo a fare una fedele ricostruzione della vicenda: ero sindaco ( ma neppure questa volta ricordo l’anno) e venne a trovarmi un dirigente ( non saprei più dire chi) del San Michele, per dirmi che stavano mettendo su una squadra di ragazzi ( una specie di vivaio), nei limiti delle non molte disponibilità economiche. Gli dissi, allora, che avrei contribuito anch’io a questa bella iniziativa, facendo confezionare le maglie e, indicando il gonfalone del Comune, dissi che avremmo potuto prendere a modello la scacchiera bianca e rossa contenuta nello stemma.
    E così, attingendo alla mia indennità di carica ( cosa che facevo di tanto in tanto anche per la prima squadra, specie quando doveva andare in trasferta), ci rivolgemmo ad una maglieria, gestita da persone di fuori San Michele, e posta in Via Vitt.Veneto, più o meno dove oggi c’è il negozio di frutta e verdura di Tetesi. Ed in pochi giorni le magliette a scacchi bianchi e rossi furono pronte.
    Di questi tempi, ormai, e molto difficile, purtroppo, che realtà come la nostra riescano a mettere su e a mandare avanti una sia pur modesta squadra di calcio: la pay tv e le ( comprensibilmente) cresciute richieste dei possibili giocatori scoraggiano l’insorgere di qualsiasi buon proposito.
    E’ un po’ com’è accaduto per i teatri: una volta presenti e attivi anche in piccole centri, sono stati soppiantati dal cinema e dalla televisione, come da altre più moderne occasioni di svago.
    15.marzo2014 lino ciraci

  • Luigi Calò:

    Il discorso è scivolato sui colori sociali della squadra di calcio. L’argomento di fondo è un altro: i colori ufficiali del Comune di San Michele Salentino! I colori sociali della squadra di calcio hanno avuto una storia tutta loro, dipanatasi indipendentemente dai colori ufficiali del comune, con circostanze e motivazioni specifiche. Il ricordo di Aldo della maglia a acacchi biancorossa voleva sicuramente dimostrare, con la motivazione adotta allora, una scelta cromatica fatta per richiamare i colori ufficiali del Comune. Se il biancoazzurro ha caratterizzato negli anni la maglia di calcio del San Michele (che mi onoro di aver indossato anch’io in tantissime circostanze), credo che il BIANCOROSSO, invece, caratterizzi i colori ufficiali del Nostro Comune!

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