UNA ASSOCIAZIONE DI SCOPO PER CAMBIARE L’ENFITEUSI (di Domenico Galetta)

“Enfiteusi si. Ma sostenibile!” Può essere lo scopo e lo slogan di una costituenda associazione con il compito di elaborare e proporre un testo giuridico che modifichi le vigenti leggi sull’enfiteusi, con il coinvolgimento delle Amministrazioni di tutti quei territori interessati al problema e con le quali sottoscrivere un protocollo d’intesa.

Da ricordare che l’enfiteusi è un istituto giuridico fino a pochi anni fa sconosciuto ai più. Nel nostro ambito, per primo fu un direttore di banca a gettare nel panico i cittadini negando la concessione di mutui garantiti da terreni e immobili gravati da tale diritto. Da allora un crescendo di difficoltà per tutti (privati, operatori commerciali e tutto l’indotto legato alle migliorie dei possedimenti). Difficoltà che non si superano certo discutendo sulle origini dell’istituto giuridico o con le suggestioni popolane e, ancor meno, con processi insensati. L’iniquità di questi vincoli e la loro inapplicabilità (nel tempo il concedente è divenuto sconosciuto all’enfiteuta; manca la determinazione del capitale di affranco; la perpetuità del vincolo contrasta con i moderni principi sulla libera circolazione dei beni) rappresentano un giusto motivo per esigere una revisione della materia (l’abrogazione è inattuabile).

Infatti, il quadro normativo presenta forti criticità rilevate persino dalla Corte Costituzionale che ha opposto varie e inoppugnabili censure (vedi sentt. del 1974, del 1988, 1998 e 2008), invocando l’imprescindibile intervento del legislatore. Il quale non ha mostrato al riguardo alcuna solerzia. Tanti politici, amministratori locali e azioni popolari, poi, non sono riusciti a creare sinergie concrete per rendere i contratti enfiteutici, almeno quelli costituiti con criteri medievali, risolubili. Per questo,  è necessario intervenire sul quadro normativo vigente affinché, senza penalizzare né interferire nei contratti enfiteutici certi e puntuali eventualmente ancora in vigore, vengano introdotti:

  1. le modalità di calcolo del capitale di affranco che garantisca il diritto potestativo dell’enfiteuta a conseguire l’affrancazione (criticità sollevata dalla Corte Costituzionale);

  2. il diritto all’affrancazione nei casi di inerzia prolungata da parte del concedente, ovvero quando il titolare del diritto sia divenuto sconosciuto all’enfiteuta per non averne mai notificato il subentro per successione o alienazione;

  3. la possibilità di affrancazione senza corrispettivo quando il concedente o suo successore è divenuto sconosciuto all’enfiteuta.

Per questo, eventuali mobilitazioni generali non hanno senso se non accompagnati da un progetto sostenibile, per il quale si può iniziare costituendo proprio un soggetto giuridico privato (Associazione) che si attivi presso le Amministrazioni interessate (Comuni, Province, ed altre) e con esse sottoscrivere un protocollo d’intesa per concordare una azione condivisa. Iniziando magari dalla dotazione di un sito internet dedicato e contemporaneamente redigere un testo giuridico, emendativo del quadro normativo vigente, da proporre ai preposti Organi e Uffici del Governo per la sua adozione. Iniziative che dovranno essere sostenute da una imponente attività divulgativa coinvolgendo i media nazionali.

Per la costituzione di una tale associazione, che non richiede alcun impegno economico, si vuol coinvolgere la spontanea partecipazione popolare, le cui disponibilità per l’adesione possono essere inviate all’indirizzo e-mail enfiteusisostenibile@gmail.com, o tramite la pagina Facebook “enfiteusi sostenibile”. Reperite le disponibilità si potrà procedere con una assemblea costituente che approvi l’Atto Costitutivo, lo Statuto e procedere alla nomina degli Organi dell’associazione (Consiglio direttivo, Presidente, ecc.).

Domenico GALETTA

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