OSTIA – SOGNO DI LIBERTA’ (di Edmondo Bellanova)

Un fastidioso ascesso dentale mi ha tenuto chiuso in casa in questi ultimi giorni e mi sono stancamente trascinato dal computer al televisore nel tentativo di far passare velocemente questa mia indisponibilità.

Della mia assenza ne avrà certamente goduto la “piazza”, finalmente non costretta a subire le mie strane e strampalate opinioni polemiche su fatti politici, amministrativi, sportivi e di costume.

Ma tutto passa e finisce ed allora mi ripresento con dei commenti sulla notizia che sembra aver cristallizzato l’interesse di tutto il mondo della comunicazione: l’aggressione (testate) di Roberto Spada al giornalista Daniele Piervincenti in quel di Ostia.

Unanime (“bulgara”!) è stata la condanna della violenza e non è mancato l’intervento delle più alte cariche dello Stato a testimoniare solidarietà al giornalista aggredito e ferito. Se si esclude qualche commento sul web, nessuno, ma proprio nessuno, ha perso l’occasione per innalzare l’albero della libertà, dei diritti, della democrazia. Tutti pronti ad assicurare la più sincera partecipazione alla condanna del violento estremismo  che colpisce la libera e casta informazione.

Non mi resta che montare in sella al fido Rocinante e combattere la solita guerra, persa in partenza.

Premesso che è giusto che il Sig. Roberto Spada sia condannato e paghi per la violenza commessa; credo sia necessario valutare anche il comportamento di questo giornalismo d’assalto che, in barba ad ogni e qualunque tutela della privacy, irrompe nella vita privata di tutti noi, senza alcun e minimo rispetto dei diritti costituzionali garantiti e dovuti  a qualunque cittadino.  Mi riferisco all’invadenza dei giornalisti tipo: ”Le Iene”, “ lo  “striscia la notizia” e di tutte le altre trasmissioni televisive d’inchiesta che, pur d’ottenere la ”notizia”, alzare l’indice di ascolto, vendere bene il loro lavoro, braccano, circondano, aggrediscono, forzano, inseguono, incalzano, assediano cittadini che non intendono parlare dei fatti loro.

Possibile che mai nessuno riconosca il diritto a non rispondere, a tutelare con il silenzio anche un nostro errore, un difetto, uno sbaglio, un reato?

Ma nessuno s’indigna quando giornalisti e telecamere si accampano davanti una casa, dietro una porta, una finestra, per ore, per giorni, nel tentativo di carpire un’immagine, una frase, condizionando in modo pesante e ossessivo la libertà personale d’intere famiglie?

Sembra che in ragione dello scoop, del colpo sensazionale, tutto sia consentito a questi razziatori d’immagini ed informazioni e che non ci sia difesa possibile.

Allora io sto con chi subisce l’arroganza del giornalista che dovrebbe, nel fare il suo indispensabile lavoro,  chiedere la disponibilità all’intervista ed attenersi alla risposta, senza alcun’altra pressione di sorta.

E mi meraviglia il silenzio delle autorità, preposte al rispetto di questo diritto fondamentale, che non tutelano questa irrinunciabile garanzia di libertà  e mi addolora la connivenza di tanti opinionisti pronti a “incenerirsi” quando qualcuno di loro subisce la violenza di chi, sbagliando, per sottrarsi alle bramosie del mercato, pretende di sistemare ogni cosa con un “colpo di testa”.

sanmichelesalentino09novembre2017edmondobellanova

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