Tra diritto di difendersi e licenza di uccidere (di Michele Salonna)

Non è il titolo di un film, ma un tema con il quale si confrontano gli ordinamenti giuridici dei vari Stati e sulla cui soluzione incidono notevolmente le opinioni politico-sociali relative al concetto di proprietà, sacralità della vita e soprattutto proporzionalità tra i vari beni tutelati dalla legge.

In Italia, negli ultimi periodi, questo tema è divenuto scottante, dopo i recenti episodi di violenza presso private dimore e reazione dei proprietari che ha comportato una presa di coscienza del mondo politico tanto che  sono state presentate tre proposte di legge.

La prima presentata dal Pd che però vede la contrarietà dei Ncd. Poi ce n’è una della Lega Nord per la «difesa legittima domiciliare». E infine quella di iniziativa popolare presentata da IDV.

Vediamo per sommi capi il contenuto di queste proposte, facendo presente che il tema della legittima difesa è stato oggetto di intervento del legislatore nel  2006  ed  ha stabilito i seguenti  requisiti per la non punibilità: «l’esistenza di un diritto da tutelare (proprio o altrui); la necessità della difesa; l’attualità del pericolo; l’ingiustizia dell’offesa; il rapporto di proporzione tra difesa e offesa».

Passando adesso alle modifiche proposte incominciamo con quella presentata dall’Italia dei Valori, infatti sulla Gazzetta ufficiale n.40 del 18/02/2016 è stato comunicato il deposito presso la Corte di Cassazione della proposta di iniziativa popolare  dal titolo “Misure urgenti per la massima tutela del domicilio  e  per  la difesa legittima”.  Tale proposta si fonda su tre pilastri fondamentali:

1) aumento delle pene da due a sei anni per chi vìola il domicilio privato;

2) l’abolizione del risarcimento danni nei confronti di chi commette il reato di violazione di domicilio qualora venga danneggiato dall’intervento del proprietario;

3) abolizione del reato di “eccesso di legittima difesa” nel caso in cui e il cittadino è costretto a difendersi all’interno della sua abitazione.

Da precisare che contrariamente a quanto viene affermato su messaggi WhatsApp non i tratta di un invito a firmare un «referendum di iniziativa popolare sulla legittima difesa della casa e dei beni». Infatti l’istituto giuridico del referendum, in Italia, prevede due tipologie: quello abrogativo, per cancellare una norma o una sua parte (come quello votato il 17 aprile sulle trivellazioni) e quello costituzionale per approvare o respingere una modifica agli articoli  della Costituzione.

L’iniziativa di cui sopra ha la finalità di raccogliere le firme per la presentazione di tale legge al Parlamento che comunque non è vincolato ad approvarla.

La Lega Nord vorrebbe che venisse introdotta una presunzione assoluta di legittima difesa: chi difende il bene della vita o la propria incolumità non dovrebbe essere accusato di nessun reato e solo così si potrebbe superare l’eccesso colposo di legittima difesa.  La proposta della lega mira quindi a superare la valutazione del  Giudice circa la sussistenza della proporzionalità tra offesa e difesa. La proposta della Lega è appoggiata da Fratelli d’Italia e una parte di Forza Italia.

Comunque il Parlamento ha rinviato alla commissione giustizia la modifica della legge sulla legittima difesa, poiché vi è un contrasto tra i due principali partiti che compongono il governo. Il Partito Democratico vorrebbe intervenire solo sull’art 59 c.p. in merito alle “circostanze non conosciute o erroneamente supposte. Secondo il PD chi spara per difendersi all’interno della propria abitazione ferendo o uccidendo l’intruso non sarebbe colpevole  se chi si difende non è pienamente in sé per la paura e il pericolo che lui o i suoi familiari stanno correndo.

Il testo presentato in Aula per la votazione è stato rimandato in Commissione Giustizia. Cosa può succedere ora? Molto probabilmente il testo del PD verrà reso leggermente più rigido in modo da accontentare il Ncd e superare, senza grossi problemi, il voto alla Camera.

Michele Salonna

 

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