Sciopero contro la riforma Renzi sulla Scuola: massiccia adesione del personale scolastico a San Michele Salentino

Massiccia adesione del personale scolastico dell’Istituto Comprensivo di San Michele Salentino allo sciopero nazionale contro la riforma Renzi sulla scuola. Alle ore 8,00 di questa mattina (05/05/2015) genitori e personale scolastico hanno manifestato in Piazza Marconi per esprimere il proprio disappunto. Niente lezioni, quindi, nei tre plessi di Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° Grado.

Di seguito la lettera aperta di Enrica Ferrara che esprime significativamente le motivazioni dello sciopero generale di oggi:

LETTERA DI UNA MADRE A NON RESTARE INDIFFERENTI

Cari genitori,

molti si stanno chiedendo cosa accadrà il 5, 6, 7 maggio.Pensiamo che questa volta più che mai ci sia in gioco tanto e che sarebbe giusto che anche noi genitori, cittadini facessimo la nostra parte. La scuola riguarda tutti.

Proviamo per una volta a pensare che uno sciopero non si fa giusto per fare, scioperare significa esprimere un disaccordo e chi lo fa paga di tasca sua, rinunciando allo stipendio di una giornata. Chi sciopera il 5 maggio lo fa perché ritiene che sia in gioco il presente e il futuro della scuola pubblica, per intenderci quella che Piero Calamandrei definiva “un organo costituzionale” che ha il compito di istruire facendo acquisire conoscenze e competenze, di far crescere e formare cittadini valorizzando la loro persona nel rispetto delle differenze e delle identità di ciascuno e di ciascuna.


Se la scuola che desiderate per i vostri figli e per le vostre figlie è quella modello azienda, dove si cerca di “risparmiare” razionalizzando, quella che cerca gli sponsor perché lo Stato non la sostiene, dove i responsabili sono i “dirigenti” che sulla base di criteri arbitrari, potranno decidere di distribuire gli insegnanti come e dove gli pare, dove i “profitti” degli alunni sono valutati con i test, dove il profitto va a braccetto con la “competizione”, dove chi è già bravo va avanti e chi ha più difficoltà resta indietro, beh allora restate a guardare, indifferenti, perché la cosa non vi riguarda.

Se invece pensate che la scuola sia importante, che sia in pericolo l’idea di scuola pubblica, per tutte e per tutti, inclusiva e democratica, allora continuate a leggere questa lettera.

Noi pensiamo che una buona scuola sia quella dove ci sono edifici sicuri, dove le classi siano composte da un massimo di 22 alunni, dove si impara insieme sentendosi attivamente parte di una comunità, dove si lavora in modo cooperativo, dove si sperimentano concretamente forme di democrazia. Se pensiamo che la “vera buona scuola” sia quella che rispetta i tempi dei bambini e delle bambine, che si preoccupa di come stanno e di cosa pensano, che crede più nell’apprendimento di gruppo che nella competizione individuale e che le conoscenze e le competenze non si possano ridurre a delle crocette in un quiz, allora abbiamo la possibilità di fare qualcosa.

Non restiamo indifferenti, il 6 e 7 maggio mandiamo un segnale forte al Governo che ha spostato le prove Invalsi per paura che lo sciopero le vanificasse.Il 5 maggio scioperano gli insegnanti, il 6 e 7 maggio “scioperiamo” noi genitori e figli e disertiamo le prove Invalsi. Spieghiamo anche a loro che la scuola non serve per imparare a “superare” dei quiz, aggirando i tranelli e leggendo con il cronometro ma serve per imparare a studiare, per diventare cittadini.

Come disse Luciano Canfora, tra i più autorevoli classicisti in Italia, “Le prove Invalsi sono una mostruosità, una cosa senza alcun senso, che può servire se mai a premiare chi è dotato di un po’ di memoria più degli altri, non chi ha spirito critico. [...] la scuola dovrebbe essenzialmente far nascere lo spirito critico [...]“.

Siamo ben consapevoli che è un disagio per tutti noi genitori lavoratori organizzare i bambini e le bambine se non vanno a scuola, ma siamo altrettanto convinti che valga la pena provare a fare sentire anche il nostro disagio, la nostra preoccupazione perché quando c’è in gioco la scuola, c’è in gioco il futuro dei nostri figli e delle nostre figlie.Informiamoci, le prove Invalsi nella scuola primaria durano 75 minuti, è possibile sapere a che ora le “somministrano” (che parola orribile!), facciamo in modo che i nostri figli e le nostre figlie non siano presenti.Abbiamo la possibilità di affermare che la buona scuola non è questa, che un’altra scuola è possibile e necessaria, non restiamo indifferenti.

Enrica Ferrara


Un Commento a “Sciopero contro la riforma Renzi sulla Scuola: massiccia adesione del personale scolastico a San Michele Salentino”

  • midiesis:

    VOLANTINO DI ADESIONE ALLO SCIOPERO DEL 5, 6 e 12 MAGGIO

    NO ALLA SCUOLA DI RENZI, NO ALLE PROVE INVALSI CHE PREVEDONO:

    • La fine della Scuola come comunità educante, in cui si cresce imparando a pensare, a confrontarsi e a cooperare con gli altri.
    • L’inizio di una Scuola competitiva e conflittuale che creerà un clima di tensione e rivalità tra i docenti; un’ansia di prestazione negli alunni, che saranno sottoposti allo stress continuo di prove e test.
    • La Scuola delle crocette e dei punti, ossessionata dalla valutazione, dove
    s’insegnerà a fare i test, senza tempo e cura per la didattica e la pedagogia, per la formazione di teste ben fatte, libere di pensare e di partecipare.
    • La Scuola della schedatura digitale di insegnanti e alunni.
    • La Scuola Azienda con l’ideologia del profitto, della premialità e del merito per pochi – i fedelissimi del Dirigente Scolastico – a scapito di tutti gli altri. La Scuola Azienda finanziata da sponsor che ne limiteranno l’autonomia e ne condizioneranno le scelte educative. La Scuola Azienda sulla quale saranno dirottati i fondi ministeriali solo se dimostrerà di essere “buona e brava” nei risultati dei test.
    • L’accentramento di poteri autoritari nella figura del Dirigente, che con la chiamata diretta sceglierà il personale che più gli aggrada (sceglierà mai un insegnante disabile, una maestra incinta o un docente scomodo?); lo destinerà, in modo arbitrario, dove gli pare; potrà non confermargli l’incarico; stabilirà a chi andrà il bonus del merito; elaborerà il Piano Triennale dell’offerta formativa condizionando le scelte didattiche.
    • La conseguente cancellazione degli organi collegiali, che perderanno il potere deliberante e avranno solo funzione consultiva. Obbedienti alla parola del Capo.
    • La non considerazione del personale ATA e degli insegnanti della Scuola
    dell’Infanzia.
    • La fine della libertà d’insegnamento prevista dall’art.33 comma 1 della Costituzione. Gli insegnanti peggio pagati d’Europa saranno assoggettati alle decisioni assolute e arbitrarie del Dirigente Scolastico, umiliati nella loro dignità professionale e vessati dal punto di vista economico.
    • L’assunzione solo di una parte dei docenti precari (quelli inseriti nelle GAE). L’esclusione dalle graduatorie dei supplenti dopo 36 mesi di servizio.
    • La precarizzazione di tutto il personale, incluso quello di ruolo, che in caso di mobilità rientrerà negli albi territoriali.
    • Una Scuola dove cresceranno le disuguaglianze, in cui per gli alunni con bisogni educativi speciali non ci saranno risorse umane e materiali, dove l’integrazione degli alunni con disabilità assumerà un carattere più sanitario e meno scolastico. La scuola diseguale dei ricchi e dei poveri, delle periferie e dei centri delle città, del Nord e del Sud. Ogni scuola finanziata col 5 per mille dalle famiglie che la frequentano.
    • La fine della Scuola Pubblica che cade a pezzi, a cui vengono sottratti fondi a favore delle scuole private, che ricevono già 700 milioni di euro, a cui si aggiungeranno 400 euro di detrazione fiscale a famiglia, per un altro gettito di 450 milioni di euro.
    • La soppressione del Contratto Collettivo Nazionale (scaduto dal 2009) e della contrattazione d’Istituto
    • La fine delle garanzie costituzionali, della democrazia e della partecipazione con deleghe in bianco ad un Governo di cui non ci fidiamo.

    Per tutte le ragioni esposte, chiediamo il ritiro del DDL sulla scuola che non è emendabile, che corrompe la natura educativa della scuola e rappresenta un pericolo per la tenuta etica delle singole comunità e di tutto il sistema sociale, già compromesso da corruzioni e clientele. Una riforma devastante che disumanizzerà il nostro lavoro e lo depriverà di ogni coscienza critica.

    LA VERA BUONA SCUOLA NON È UNA GARA, MA UN BENE COMUNE DA DIFENDERE E PROMUOVERE INSIEME, INSEGNANTI, STUDENTI E GENITORI, PER LO SVILUPPO PIENO DELLA PERSONALITA’ UMANA, DI OGNI SINGOLO ESSERE UMANO, DOVE SI CRESCE INSIEME NEL RISPETTO DELLE DIFFERENZE E DELLE IDENTITA’ DI CIASCUNO.

    Gli insegnanti in sciopero dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di San Michele Salentino (BR)

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