Buona sanità, ma anche tantissima disperazione per Giuseppe Menga

Riceviamo dalla redazione di www.brindisinews.com e pubblichiamo l’articolo riguardante l’esperienza “sanitaria” del nostro concittadino Giuseppe Menga:

Giuseppe Menga è quello che tutti definirebbero “un eroe dei cieli” ossia “un uomo del soccorso aereo” che per trent’anni – quale facente parte di equipaggio di volo del “SAR” dell’aeronautica militare – ha partecipato a centinaia di missioni in ogni luogo del nostro paese. Terremoti, alluvioni, frane, ricerche in mare e montagna, trasporti per imminente pericolo di vita; questo è stato per tre decenni l’impiego del Sottufficiale Giuseppe Menga a bordo degli elicotteri HH3F del 15° Stormo – 84° Centro SAR di Brindisi. Tutto questo, però, una decina di anni fa si è interrotto a causa di un gravissimo problema di salute che lo ha portato al congedo assoluto dall’amatissimo impiego. 
 
Poco dopo, l’affezione “renale” si aggrava sempre più fino al punto di obbligarlo a sottoporsi a dialisi ogni due giorni. Un calvario che dura cinque anni e lo fa divenire un “peones” che gira tra i tanti ospedali della zona. Poi, finalmente, l’iscrizione nel registro dei possibili trapianti di rene a Bologna concede i suoi frutti e Giuseppe viene allertato per un possibile e urgentissimo “intervento di trapianto di un solo rene” che bisogna subito sfruttare proprio all’ospedale Sant’Orsola del capoluogo emiliano. Ma la speranza si chiama anche “rapidità d’intervento”, quella che in questi casi diventa obbligatoria e che il paziente Menga conosce bene perchè per trent’anni è stata alla base del suo continuo addestramento volativo.

Giuseppe, speditamente, programma di partire con un volo di linea serale e diretto della Ryanair per Bologna. Ma i tempi sono ristretti e si decide di avvertire il Prefetto della grave situazione che, a sua volta, allerta l’aeroporto del Salento in modo che si velocizzino le procedure per l’imbarco del paziente. Ma l’amarezza è in agguato e colpisce Giuseppe e i suoi accompagnatori quando apprendono, alla biglietteria di Brindisi, che il volo delle 19.45 – nonostante l’intervento del Prefetto (unico e alto rappresentante del Governo Italiano sul territorio della provincia) – è in procinto di imboccare la pista ed è pronto al decollo senza ragioni. Giuseppe, “l’uomo del soccorso aereo” resta a terra inorridito da tanta spietatezza.

La situazione degenera, Giuseppe si sente mancare e della gravissima crisi viene ancora informato il Prefetto che tenta l’ultima carta perché ogni minuto diventa preziosissimo: l’aeronautica militare e i suoi velivoli sempre presenti in caso di emergenza. Intanto, le forze di Polizia presenti in aeroporto, forniscono al paziente tutta la necessaria assistenza in attesa che si decreti l’operatività di qualche velivolo che trasporti Giuseppe nella sede che gli restituirà una parvenza di “vita migliore”. “Il miracolo” avviene alle 23.30 del 18 marzo quando il C130 della 46^ Brigata Aerea di Pisa decolla dalla testata pista 14-32 dell’aeroporto salentino alla volta di Bologna. Il giorno dopo, 19 marzo – onomastico di Giuseppe – l’intervento viene eseguito con successo. Ora, a distanza di sette mesi, il decorso è positivo ma restano due piccole annotazioni che questo “eroe dei cieli” si sente di fare: “grazie Prefetto e Polizia di Brindisi, grazie Aeronautica Militare, vergogna per chi mi ha lasciato, quella sera, annegare nella disperazione più infinita”.

Giorgio Esposito – Brindisi 10 ottobre 2012 ore 14.00 – http://www.brindisinews.com/pagine/brindisi-italia-news839.htm

6 Commenti a “Buona sanità, ma anche tantissima disperazione per Giuseppe Menga”

  • Cosimo Cavallo:

    Non ci sono parole per definire quello che ti è successo, ma il destino ha voluto che per l’ennesima volta avresti dovuto affrontare una missione a bordo di un velivolo dell’Aeronautica Militare.
    Immagino che questo ti abbia reso felice, e lo dice uno che conosce un po’ le sensazioni e le emozioni che hai provato nella tua lunga carriera lavorativa.

    Ti saluto e ti mando un grandissimo in bocca al lupo per tutto.

    ciao da Cosimo Cavallo.

    Nettuno (RM)

  • radeglia mina:

    caro giuseppe mi di spiace ma poso capire quello che tu provi lo pasato anche io con mio marito e stato sette anni in dialisi e so cosa si sofre ha desso sta bene sono 5anni che avuto il trapianto del reno e rigrazio dio che sta bene ti auguro con tutto il cuore la tua quarigione fatti forza che dio e siste te lo dice una che cie passata prima di te buona fortuna da parte mia mina dalla germania

  • Graziella Menga:

    Pino carissimo,
    ho aperto facebook in questo momento e con sorpresa ho visto la tua foto. Sono venuta a conoscenza del tuo vero calvario e me ne dispiace tanto,da adesso in poi sono certa che la tua vita sarà serena e in salute,questo è il mio profondo augurio fraterno.
    Ho stima del ragazzo che eri e sicuramente della persona che sei.
    L’AMICIZIA non è il tempo,il quanto,il dove o il vedersi o il sentirsi, ma è anche quello che rimane nella memoria del cuore.
    In bocca al lupo|||| un abbraccio
    Graziella

  • Rossella Semeraro:

    Nello scoprire oggi questo articolo mi sono passate come un film le scene di quella sera a casa vostra…
    Come sempre la realtà, che non è la filmografia impeccabile e sensazionalistica del cinema o della tv (soprattutto dalle nostre parti), non ha esitato a ostacolare un percorso già abbastanza ripido ed in salita.
    Ma ce l’hai fatta a prendere il volo. Ce l’avete fatta, tutti quelli che hanno concorso alla riuscita.
    Qui, però, non voglio scadere nel sentimentalismo, soltanto evidenziare le cose positive dell’accaduto nel suo complesso, che non sono state poche, e speriamo non ti abbandonino mai:
    la tua forza di volontà;
    il tuo coraggio per la decisione alternativa all’infermo chiamato dialisi, ma spinosa per i rischi ed i risvolti annessi;
    la fiducia nella competenza degli staff medici che ti hanno assistito prima, durante e dopo, nonostante perplessità e paure.
    Le tue maggiori qualità si sono fatte strada in questa vicenda difficile, nel posto giusto, al momento giusto, raggiungendo lo scopo: riavere una vita vivibile, con guadagnati, seppur piccoli e fuggenti, momenti di serenità. Una vita nuovamente sentita come tale, anche se vissuta sempre sull’attenti, insieme a chi insieme a te ha tribolato, sperato, sofferto, rinunciato, temuto, tremato e pianto…e infine sorriso.
    Un affettuoso abbraccio
    …anche a chi era dietro le quinte e in prima linea con te!

  • Giuseppe Menga:

    In ritardo ringrazio tutti per i commenti, soprattutto coloro che non posso raggiungere telefonicamente. la signora Radeglia in Germania e Cosimo Cavallo a Nettuno. Mille grazie a midiesis per aver pubblicato questo articolo ricevuto dall’amico Giorgio Esposito.

  • midiesis:

    Grazie a te, Giuseppe, per aver condiviso con noi la tua storia.

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