Scrivere a Ceglie Messapica, di Edmondo Bellanova

Speravo di poter migliorare la mia scrittura “come viene-viene”, acquisire la capacità di “costruire le idee” che spesso “disordinatamente” mi vengono in testa, padroneggiare la tecnica per essere più chiaro nell’esposizione del pensiero nel “rispetto-dovere civico” di chi legge e di riuscire a testimoniare in forma corretta quello che “camminando osservo”.

Per questo ho raccolto con interesse l’invito di Mimimo Ligorio e partecipato al primo incontro di “Scrivere a Ceglie Messapica”.

Poi mi sono guardato intorno, seguito con interesse l’introduzione-presentazione del prof. Laneve ed ascoltato termini per me sconosciuti: sintagmatica-grafematico-obnubilare-connessione della sintassi, letto alcuni brani del libricino e mi sono subito sentito fuori-luogo. Troppo professionisti, troppo distanti i livelli di partenza per questo percorso comune e, poi, …tutti i giovedì d’agosto!

Quindi non proverò a “ Scrivere a Ceglie Messapica”, ma continuerò a raccogliere a San Michele Salentino le ultime testimonianze di una società travolta dalla modernità utilizzando la mia scrittura “come viene-viene”.

 PS: a Rosaria. Splendidi i tuoi” mattini” e fortunato chi troverà o ha trovato, sulla battigia, la tua

       bottiglia con il suo tesoro dentro!

                                                                          sanmichelesalentino24luglio2010edmondobellanova

Un Commento a “Scrivere a Ceglie Messapica, di Edmondo Bellanova”

  • Stefania Nigro:

    Al lettore (e a nessun altro).
    Ho partecipato due anni fa a un seminario del professor Laneve sulla scrittura creativa. Si teneva sempre in estate, in mezzo alla splendida e rilassante campagna cegliese. Ricordo che rimasi molto colpita sia dalla gentilezza, sia dalla disponibilità del professore che, gratuitamente, metteva a disposizione di noi docenti il proprio tempo e le proprie vacanze. L’argomento risultava essere molto interessante, anche se non condividevo la destinazione delle conoscenze apprese: i bambini della scuola primaria. Non mi dilungo sul corso nè sulle obiezioni che feci direttamente al professore, ma da purista convinta non potevo assistere a tale “scempio” della lingua italiana, specie se poi si deve insegnare ai bambini a scrivere in modo corretto. Sono però fermamente convinta che con ragazzi più grandi si possano fare cose meravigliose.
    Naturalmente è solo la mia umile opinione e non conta poi tanto.
    Volevo invece soffermarmi sull’arte dello scrivere. Se non ricordo male decine e decine di poeti e scrittori (compreso Leopardi) hanno “sprecato” fiumi di inchiostro su queso tema, nella speranza che qualche “viandante” si prendesse la briga almeno di andare a dare un’occhiata.
    Fatica vana?
    Il filosofo Seneca scriveva:” Come può, (l’eloquenza)dar norma agli altri, se essa stessa non si pone una regola?…c’è bisogno di un esercizio giornaliero e di un’attenzione che va rivolta prima alla sostanza del pensiero, poi alle parole. Quale medico cura i malati di corsa?… Chi vuol essere da per tutto , non sta in nessun luogo. Non giova, nè si assimila, il cibo rigettato appena preso. Nessuna cosa, per quanto utile, reca giovamento in un fuggevole contatto.
    Come all’uomo saggio si addice un incedere misurato, così il suo modo di esporre sia contenuto, e non avventato. Insomma, ti consiglio di parlare con ponderazione”…e non come viene, viene.

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