Passeggiare per l’acqua (di Edmondo Bellanova)

Appena alzato, questa mattina, un caro amico mi ha invitato a prendere la bici e partecipare alla passeggiata organizzata dal movimento promotore dei referendum del 12 e 13 giugno 2011.

Ora, una passeggiata non sarebbe la fine del mondo, ma il fatto è che io ho sempre tentato di fare le cose in cui credo, di esprimere la mia opinione (sbagliata che sia!), di cercare di conoscere al meglio i problemi per poter esercitare quel diritto di critica che ai più può sembrare fastidioso e che ha spesso arrecato danni al mio interesse e ho dovuto rifiutare l’invito e spiego perché.

Mi  si chiede di dimostrare a favore dell’abrogazione della legge sulla “privatizzazione dell’acqua” ed io, per capirci qualcosa, ho cercato di informarmi sulla questione.

Ho dovuto rintracciare la prima formulazione dell’art. 23 bis del D.L. 25.06.2008, n° 112 convertito con Legge 06.08.2008, n°133; modificato poi con il D.L. 25.09.2009, n°135, a sua volta convertito, con modificazioni dall’art 15 della legge 20.11.2009, n°166.

A questa mia, allego i predetti riferimenti normativi a favore del lettore che volesse perdersi in questi atti legislativi, ma semplificando, cerco di riassumere quello che ho capito:

 1- non è previsto alcun obbligo per la cessione a privati della proprietà dell’acqua e della sua rete 

     Distributiva;

 2-le Istituzioni possono decidere di continuare ad erogare il servizio (comma 3 art. 15)

     o di avvalersi di società pubbliche e private alle quali deve essere garantita, comunque, una

     quota di partecipazione non inferiore al 40%;

 3-il conferimento della gestione del servizio pubblico deve avvenire con procedure competitive, ad

    evidenza pubblica nel rispetto dei principi della Comunità Europea.

Quindi, non c’è nessun diritto calpestato-prevaricato! Tutto è lasciato alla responsabilità degli Amministratori Pubblici ai quali compete il diritto-dovere della scelta e la conseguente assunzione di colpe e meriti.

In un momento in cui si raccomanda tanto il federalismo come unico sistema per inchiodare il pubblico amministratore alle proprie responsabilità, ecco un caso pratico, fuori della demagogia, per giudicare il potere politico. E, tanto per continuare nell’esame delle incoerenze, voglio ancora far notare che tutta la problematica della privatizzazione dei servizi pubblici è scaturita da direttive della Comunità Europea di cui tutti ci vantiamo d’essere stati ispiratori e fondatori e spietatamente critici quando le sue decisioni contrastano con singoli interessi di parte.

Se poi si ha il timore che “la casta” faccia un uso improprio della norma, mortificando l’interesse collettivo allora le considerazioni da fare sono altre e non basta certo una passeggiata per le belle vie di San Michele Salentino. Se non ci sentiamo tutelati, garantiti e rispettati da chi deleghiamo alla tutela dei nostri diritti fondamentali… dobbiamo percorrere altre strade!

                                                                                                                            sanmichelesalentino05giugno2011edmondobellanova

22 Commenti a “Passeggiare per l’acqua (di Edmondo Bellanova)”

  • Come al solito si butta tutto sulla politica. Poi tanto fumo e nessun arrosto.
    Forse sbagliero, ma per quanto riguarda la privatizzazzione dell’acqua in Puglia, che io sappia l’Acquedotto pugliese è già un ente privato (se non sbaglio addirittura una s.p.a.), allora perchè tutto sto fumo?
    A già dimenticavo ogni occasione è buona per tirare l’aqua (a proposito di aqua) al proprio mulino.
    ciao da http://carolemico.myblog.it/

  • devina:

    Caro Mondino,
    ho capito bene il tuo punto di vista; sia riguardo alla necessità di conoscere bene i problemi di cui si discute, per poter poi esercitare con consapevolezza il diritto di critica, sia riguardo il diritto-dovere degli amministratori pubblici verso cui rivolgere l’attribuzione di eventuali meriti o colpe.

    E anche se nella sintesi hai spiegato che “non è previsto alcun obbligo per la cessione a privati della proprietà dell’acqua”, il problema dal mio punto di vista è un altro.

    E cioè risiede nel fatto stesso di ritenere “umanamente” inammissibile che un bene primario, naturale e comune come l’acqua possa essere, anche solo “ipoteticamente”, soggetto a un interesse privato, e quindi speculativo, seppur in misura prestabilita.

    Come si può pensare che alcuni soggetti privati, inserendosi nei meadri delle leggi che hai citato, possano trarre profitto da qualcosa che non gli apartiene?

    L’acqua, al pari dell’ossigeno dell’aria, è una molecola naturale.

    Pensare che c’è chi possa mettersi in tasca anche un solo centesimo perchè gestisce una molecola che è di tutti è eticamente mostruoso, nè più nè meno se venisse fatto con l’aria.

    Tuto ciò a prescindere dalla manifestazione di domenica, a cui ti riferisci, o dagli appelli, (ai vari referendum peraltro) fatti in televisione.

    Infatti mentre sono convintissimo del si (per dire no), meno convinto sono se andare a votare; perchè si vuole attribuire un significato politico laddove non ci dovrebbe essere.

    Ma qui si aprirebbe una parentesi troppo lunga.

    nando dvt

  • edmondo:

    PUBBLICO E PRIVATO

    Difficilmente entro in polemica con chi partecipa alle discussioni che apriamo in questo sito, ma, con rammarico, vedo che ancora si parla di cose che non si conoscono e, quindi, mi sento in dovere di dare altre informazioni a chi vede “solo fumo”!
    L’AQP ( Acquedotto Pugliese) è una SpA le cui azioni sono possedute per l’87% dalla Ragione Puglia e per il restante 13% dalla Regione Basilicata, quindi, proprio questo è l’esempio classico
    di gestione pubblica dell’acqua da confrontare con altra a possibile partecipazione privata.
    A Nando De Vitis, sommessamente, faccio notare l’acqua “ bene primario, naturale e comune” non è cosa diversa dai minerali e dal petrolio che troviamo sotto terra e dai territori di cui ci arroghiamo il diritto di proprietà. Anche l’aria, altro bene primario per eccellenza, non è poi tanto “ comune” visto che sono in tanti a riservarsi, unilateralmente, il diritto di inquinarla. Stessa cosa si può dire per mari ed oceani, infernali depositi di scarti radioattivi ( vedi Somalia). Tutta roba sulla quale sono nati e prosperano enormi interessi finanziari.
    Allora, la difesa di questi patrimoni dell’umanità o è totale o è demagogica e mi riferisco a chi strumentalizza questi temi .
    La verità è che noi non siamo padroni di niente e restiamo sudditi ossequienti di un potere politico-economico che persegue solo il suo interesse in spregio a tutti i principi morali.
    Infine, per dare anche “l’arrosto”, questo referendum non m’interessa nel senso che la legge in questione non obbliga niente a nessuno; prevede per gli amministratori pubblici la possibilità di valutare la costituzione di società partecipate anche dai privati. Lasciare campo libero agli appetiti
    “speculativi” dei privati, a danno dell’interesse pubblico, è poi una scelta che compete ai politici e noi faremmo bene a pretendere che a rappresentarci fosse gente: responsabile, onesta, seria, capace di coniugare interesse pubblico ed iniziativa privata e questo risultato non è certo conseguibile con il voto referendario.
    sanmichelesalentino7giugno2011edmondobellanova

  • Patrizia Gasparro:

    Vorrei proporre il seguente quesito non referendario:” Come ritenete che gli attuali azionisti di A.Q.P. S.p.A. gestiscano il bene comune acqua?”

  • Carissimo Edmondo, grazie, grazie per avermi fatto ridere veramente di gusto, comè che scrivi, taglio e incollo le tue parole ” pretendere che a rappresentarci fosse gente: responsabile, onesta, seria, capace di coniugare interesse pubblico ed iniziativa privata “. Heheheheheheheh
    Caro Edmondo, alla tua età, credi ancora alla befana e a babbo natale, hehehehehe, secondo me ancora devono nascere persone come dici tu.
    Una volta (si diceva) che i migliori erano quelli che stavano all’opposizione, ma ora non si dice più nemmeno quello.
    Vedi ti faccio un piccolo esempio, io ho fatto il lavoro che ho fatto per quasi quarant’anni, in questi anni ho avuto tante occasioni in cui mi sarei potuto arricchire, ma non l’ho mai voluto fare, tante altre persone col mio stesso lavoro invece si sono fatte una certa posizione economica, parlando di questo con la gente mi è stato detto in faccia ” vuol dire che quelli non erano fessi come te “. Ecco la mentalità che è insita nella gente, chi ha la possibilità di farlo è non lo fa è un fesso.
    Si confesso in questo senso sono un fesso è son contento di esserlo, ma fessi come me mi sa tanto che c’è ne sono molto, molto pochi. Poi qualche mosca bianca ci potrebbe anche essere.
    ciao da http://carolemico.myblog.it/

  • ciro:

    dopo aver letto alcuni commenti mi permetto di fare delle considerazioni:
    1) avrei da aggiungere per quanto concerne l’art 23 bis legge 133/2008 e cioè quello riguardante la privatizzazione dell’acqua che la normativa approvata dal Governo Berlusconi, stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.
    Così facendo, andrebbero a finire definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO Acqua (gestori pubblici delle risorse idriche) che attualmente non hanno proceduto “ad affidamento” o che hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico(es: acquedotto pugliese). Non solo, la norma disciplina le società miste collocate in Borsa che, se vorranno mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015 con tutte le speculazioni che un soggetto privato ne potrebbe trarre(non che quello pubblico non le faccia, anzi)
    2) art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006: Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma.
    Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
    L’abrogazione parziale è legata alla parte di normativa che permette al gestore del servizio idrico di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, CARICANDO SULLA BOLLETTA DEI CITTADINI UN 7% A REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO, senza alcun collegamento a logiche di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio stesso.

    Io la passeggiata in bici me la sono fatta e posso assicurare che è stato bello passare per le fontane del paese, bere e non pagare.

    Per non parlare poi per quel che riguarda l’abrogazione delle centrali nucleari e del legittimo impedimento: un minimo di pubblicità per informare i cittadini a cosa andranno incontro credo che andrebbe fatta soprattutto per il nucleare(vedasi Fukushima) e non ditemi che il governo ha detto no al nucleare perchè ci mettono 5 minuti a cambiare le carte in tavola.
    Ciro Caliandro

  • edmondo:

    Caro Ciro,
    che bella sorpresa leggere in tuo intervento! Non siamo tanto d’accordo sulla questione “acqua”, ma sono felicissimo di vederti impegnato in queste questioni. Spero che altri giovani, come te, trovino il tempo e la passione per partecipare a questi dibattiti che, se condotti con educazione e rispetto reciproco, non possono che far bene alla nostra società.
    Lasciami solo un accenno di polemica: ma sei proprio sicuro di aver bevuto gratis alla fontanina comunale?

  • ciro:

    io leggo sempre su Midiesis i vostri post e in questo caso, dato che mi hanno nominato presidente di seggio ho voluto informarmi maggiormente giusto per sapere di preciso su cosa andremo a votare(lo avrei fatto comunque ma non in maniera cosi dettagliata).
    Di bere ho bevuto e noh ho pagato, ora non sò se mi hanno fatto una foto e me la manderanno a casa per pagare il litro(all’incirca) d’acqua che ho bevuto.

  • Maria Ciraci:

    “SI SCRIVE ACQUA E SI LEGGE DEMOCRAZIA”

    Non è solo lo slogan di quei quattro gatti di sinistra che credono ancora che il pubblico garantisce, tra tanti limiti, il diritto di accesso all’acqua potabile e sicura, un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani; detta affermazione è stata dichiarata il 18 agosto 2010 all’Assemblea delle Nazioni Unite. Un passaggio ignorato perché oggi le dichiarazioni universali non determinano più le scelte politiche.
    Il martellamento continuo da parte di Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale, e Organizzazione mondiale del commercio, hanno trasformato un bene, pubblico e comune, in un prodotto commerciale, un servizio mediato dal mercato.
    L’acqua che si vende e si privatizza, che si quota in borsa ed entra nei mercati finanziari è una realtà che governa la risorsa più vitale e strategica della vita, non solo umana.
    Questo contesto viene aggravato dalla disuguaglianza che da anni separa i paesi industrializzati e i paesi poveri.
    Claudio Jampaglia scrive sul mensile di Emergency che attraversando la città di Johannesburg lungo le grandi arterie senza marciapiedi, dove corrono solo camion e auto, da un lato della strada si vedono un susseguirsi di villaggi residenziali, protetti da muri con filo spinato e guardati a vista da poliziotti privati; oltre il muro villette e prati all’inglese irrigati autonomamente, piscine e bambini che si divertono con l’acqua. Dal lato opposto le baracche e fogne a cielo aperto dove i bambini giocano lo stesso ma rischiano di morire; non ci sono ne acqua, ne servizi igienici.
    L’acqua potabile viene trasportata con le autobotti della coca-cola e pagata 15 volte più cara dei signori del lato opposto.
    Che cosa separa la vita e la morte lungo questa strada? Rispetto a ciò che noi chiamiamo sviluppo e progresso, a quale tempo appartiene Johannesburg?
    La logica della scarsità della risorsa è stata rovesciata in quella della possibilità economica di garantirsi la propria parte di diritto a vivere.
    Non è l’interpretazione della legge, che pure è stata fatta da parte dei promotori del referendum, a farci schierare, bensì chiederci se il privato potrà garantire a tutti indistintamente l’accesso all’acqua, se potrà ispirare una politica del risparmio, considerando che più si vende e più si guadagna; potranno mai i politici interrogarsi su queste tematiche?
    Mentre l’Italia sceglie la privatizzazione della gestione idrica,Parigi e Berlino hanno scelto di rendere l’acqua pubblica; mentre in Ecuador, Uruguay e Bolivia le norme costituzionali difendono il bene naturale da qualsiasi appropriazione e speculazione.
    La privatizzazione dei servizi idrici significa permettere a mani private d’infilarsi nelle tasche dei cittadini, garantire ai privati infrastrutture costruite con i soldi di tutti. Ma se devono essere sempre i cittadini a pagare, perché non investire nel pubblico?
    Di fronte a questo scempio le domande sono: qual è il motore della società? Il denaro o i diritti; le borse e le Costituzioni; la mediazione del mercato tra gli interessi di ciascuno o l’interesse pubblico e comunitario? Chi deve prendere la parola per primo: i cittadini o le aziende?

    Per questo il 12 e 13 giugno non far mancare la tua opinione

    Maria

  • Francesco Nigro:

    A mio avviso, occorre fare chiarezza su alcuni punti a favore del SI ed altri a favore del NO.

    Per il NO:
    - se fino ad oggi nessuno mai si è sognato di dire che gas, riscaldamento, luce e cibo debbano essere gratuiti, perchè si fa tanto rumore difronte all’acqua?

    - se la privatizzazione dell’acqua permette l’ammodernamento delle reti (si stima di circa 60 miliardi nei prossimi vent’anni) che la gestione pubblica non è stata in grado, e non è in grado, di fare, perchè non provarci?

    - se è vero che attualmente si perde in media circa il 37% dell’acqua trasportata, non è uno spreco che non possiamo permetterci più?

    Ovviamente resto scettico per il NO e quindi voterei per il SI, dato i risultati negativi avuti in Francia e nella capitale. Voterei per il SI perchè non è giusto risolvere con un “No” un fallimento politico che non è stata in grado di modernizzare la gestione idrica…. Sono chiamati ad amministrare la “cosa pubblica”, ma riescono solo ad amministrare i propri interessi!

  • Patrizia Gasparro:

    Caro Ciro, l’acqua così buona che hai sorseggiato è stata offerta dall’Ente Comune, quindi, dai cittadini Sanmichelani che pagano l’ICI, la TARSU ecc……..
    Ti posso assicurare che le bollette che paghiamo a AQP sono alquanto salate anche grazie ai ns.concittadini che, soprattutto nel periodo estivo, trasferendosi in campagna ritengono loro diritto fare provvista quotidiana e abbondante di acqua dalle fontane pubbliche!!!!!!!

  • Patrizia Gasparro:

    Aggiungo….. tanto è gratis!!!!

  • No cara Patrizia, non credo che anche se i cittadini che abitano in campagna d’estate possono prelevare un pò d’acqua si possa arrivare a tanto, alla fontana vanno col boccione con qualche tanica o con le bottiglie, non ho mai visto nessuno andare alla fontana con l’autobotte. Il vero problema è che le tubazioni che portano l’acqua, per esempio dalla Basilicata in Puglia sono dei colabrodo da anni è nessuno si è mai interessato di ripararle. In passato ho sentito voci di aziende agricole che si trovano lungo il corso dei tubi dell’acquedotto pugliese i quali facevano degli allacci abusivi (dal di sotto dei tubi) e con quell’acqua irrigavano i terreni (se fosse vero immaggina quanta acqua ci possa volere per irrigare dei terreni).
    Il punto è che queste tubazioni vengono poco o per nulla controllate o che non si interviene per ripararle o che venga controllato se vi sono allacci abusivi. Si dice che il 30% dell’acqua in partenza vada sprecata, ma io sono convinto invece che lo spreco sia il 50%, forse anche di più.
    ciao da http://carolemico.myblog.it/

  • Maria Ciraci:

    Patrizia…Patrizia, non parlare di servizi offerti dall’Ente Comune e gratuiti proprio in questi giorni che i cittadini stanno pagando le imposte…….. e anche quelli che trascorrono l’estate in campagna sono contribuenti.

    ciao maria

  • Patrizia Gasparro:

    Maria, Maria non sono io l’ingenua che crede che l’acqua sia gratuita, del resto proprio io ho scritto: “Caro Ciro, l’acqua così buona che hai sorseggiato è stata offerta dall’Ente Comune, quindi, dai cittadini Sanmichelani che pagano l’ICI, la TARSU ecc……..” .

    Quanto alla storia che anche coloro che trascorrono le vacanze in campagna e prelevano l’acqua dalle fontane pubbliche sono contribuenti ti rispondo: ne sei certa?

    Un bacio

  • Certo G:A:, è una vera tragedia a sentire quello che viene detto in questi filmati.
    La cosa migliore sarebbe fare come ha già fatto più di uno, furbescamente, (anche qui a S. Michele) si è fatto scavare un pozzo artesiano vicino casa, cosi acqua a volontà.
    Sperando che qualche pezzo di mer.. non faccia mettere una tassa anche sui pozzi artesiani.
    ciao da http://carolemico.myblog.it/

  • Francesco Nigro:

    A meno che non sia stata cambiata la legge, l’uso di pozzi artesiani per uso potabile è consentito solo ove non sia possibile usufruire del servizio dell’acquedotto pubblico.

    Inoltre, l’estrazione di acqua ha una portata massima, stabilito per legge, non superiore a 1 litro/secondo. Inoltre, non deve essere possibile estrarre più di 1500 metri cubi l’anno, all’incirca a 17,3 giorni all’anno di prelievo continuo d’acqua!

    Quindi c’è già una tassa, un regolamento e delle soglie!

  • G.A.:

    ho postato quei video con la speranza che chi ha dei dubbi, o chi ha delle idee chiare (?) si faccia un opinione meno retorica è piu realistica della questione acqua pubblica ascoltando le parole di chi ha già subito la gestione privata.

    Ovadia l’ho “usato” per la sua chiarezza e onestà intellettuale.

    Dove l’acqua è gestita dai privati, bollette triplicate e più inefficienza.

    le 2 P (o la P2 se preferite) Politica – Privato in Italia sono sinonimo di degenerazione (corruzione, depravazione, perversione, pervertimento,aggravamento, decadenza, decadimento, degradamento, degradazione, peggioramento) di conseguenza preferisco la gestione pubblica degenerata da una politica corrotta consapevole che privatizzarla sarebbe peggio.

    A leggere alcuni vostri commenti mi viene da pensare se vivete realmente in Italia, o forse siete semplicemente degli inguaribili ingenui.

  • Perpetua:

    basta per carità, non sprecate il vostro talento, con chi parlate chi vi sente chi vi legge, non vedete che siete sempre gli stessi e poi non avete altri argomenti! Dove sono i sammichelani, credevo ne fossero in giro alcune migliaia e leggo sempre gli stessi. Non prendetevela, mi sembrate tanti donchisciotte, eccetto carolemico che per tirare a campare piazza trappole.
    Non sarebbe meglio tappezzare i muri di sanmichele colle vostre domande e risposte, i vostri talenti sarebbero notati e avreste, ve lo assicuro, più successo che in Midiesis!
    Oppure i sammichelani sono tutti guardoni, gente che ama sbirciare dalle finestre o più comodamente dalle finestrelle di internet.
    Insomma gente che guarda i fatti degli altri ma non ha la faccia di dire la sua.
    Non strozzatevi in un bicchiere d’acqua, se ve lo siete scordato c’era d’altro nei referendum.

  • devina:

    Guarda Carolemico che la questione dei cosiddetti “pozzi artesiani” non è affatto semplice.
    La puglia è crivellata da pozzi abusivi che attingono dalla falda profonda; uno strato d’acqua che per minore salinità galleggia sull’acqua di intrusione marina.
    E se c’è una cosa che deve essere regolamentata in modo serio e reale è proprio la captazione dalla falda profonda il cui equilibrio può essere compromesso dalle trivellazioni e i relativi emungimenti indiscrimanati.

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