Il video degli Apulia Ensemble

Il video degli Apulia Ensemble, il gruppo di musica popolare-tradizionale, realizzato da Salento Lifestyle (Andrea Antelmi e Michele Racioppi).
E’ stata una soppresa constatare la presenza nel video (e quindi nel gruppo) di tanti musicisti sammichelani: Giuseppe Gallone alla fisarmonica, Giovanni Chirico al sax, Andrea Antelmi al tamburello.

Gli Apulia Ensemble si esibiranno a San Michele Salentino il 24 luglio prossimo in piazza Marconi.

13 Commenti a “Il video degli Apulia Ensemble”

  • devina:

    A me la “pizzica” ha sempre fatto schifo.
    E negli ultimi anni, con tutta l’enfasi esagerata che si è creata attorno, proprio non la sopporto.
    Ma al di là dei gusti personali l’esecuzione è ben fatta.
    Bravi.

  • Questa volta mi devo dissociare da Devina, a me piace, e devo dire che nonostante io sia completamente negato per il ballo è un ritmo che ti trascina.
    Non per niente la pizzica pizzica e la taranta sono stati denominati ritmi indemoniati.
    Se uno ha qualche difetto di cuore rischia di rimanerci secco a ballare con questa musica.
    ciao da http://carolemico.myblog.it/

  • Cosmiano:

    Nando il temine usato mi sembra eccessivo, se la pizzica non è l’elemento che ti fa sentire leccese doc, cosa ti fa sentire un salentino? Tutto è cultura, cambiano solo le vibrazioni che uno sente dentro quando ascolta un genere. Comunque resta sempre un bel video ed un’ottima esecuzione.
    Cosmiano

  • devina:

    Ma infatti, l’ho detto.
    Bella esecuzione, bell’arrangiamento e bel video.
    La pizzica però la detesto.
    E’ sempre stato così, non mi suscita niente a livello di emozione.
    Anche quando suona la “Taricata” succede la stessa cosa: bravi musicisti che suonano però un genere che non mi dice nulla.

  • Giovanni:

    De gustibus non disputandum est.
    Certo, sarebbe più bello vedere un commento del tipo “a me la pizzica non piace” e non “a me ha sempre fatto schifo”, non per me… ma per quelli che leggono in modo che prendano in considerazione il tuo commento!
    Il sassofonista.

  • Hei bello quel trullo in sottondo, si tratta di qualche locale pubblico?, dove si trova?
    Buona settimana a tutti.
    http://carolemico.myblog.it/

  • Giovanni:

    Ciao Carolemico, il locale si chiama “Il giardino della signora”, Ceglie Messapica.

  • devina:

    caro giovanni,
    ho usato un termine forte proprio per sottolineare la mia idiosincrasia verso la pizzica; cosa questa, radicata da più di 30 anni.

    Come probabilmente sai, io vengo dalla terra della pizzica e conosco molto bene il fenomeno.
    Trent’anni fa tutti, ma proprio tutti, anche quelli che adesso zompettano appena sentono partire il primo accordo, avevano chiuso nel dimenticatoio della loro memoria qualsiasi cosa avesse a che fare con pizziche e tarante.
    Giusto o sbagliato che fosse, ma era così.
    La festa di San Rocco a Torrepaduli, dove andavamo da ragazzi, da sempre uno dei principali palcoscenici della pizzica, laddove si inscenavano, decenni prima, pizziche pizziche, pizziche scherma, pizziche di s. vito etc., era diventato un vero e proprio deserto.
    A nessun importava più niente di tutto quanto.
    Da 15 anni a questa parte la pizzica è di revival.
    Ma in un modo distorto, con enfasi esagerata e con elementi che poco hanno a che fare con la tradizione.
    Tanto che gli stessi puristi della pizzica (quindi, non quelli come me che non l’hnno mai sopportata) storcono il naso in più di un’occasione.
    Per dire, ritornando alla festa di S. Rocco, lo spazio dedicato ai balli coincideva, temporalmente, con la notte. Lì la gente si scatenava, ma alle prime luci dell’alba i suoni smettevano e tutti si mettevano in fila per rendere omaggio alla statua del santo posta nella chiesa antistante.
    Oggi invece una massa di giovani, malvista peraltro da molti, invade gli spazi contitnuando a suonare anche quando inizia la funzione religiosa.
    Ma la cosa bizzarra è che a fare ciò sono gli stessi soggetti (stile centro sociale) che anni fa snobbavano queste manifestazioni popolari reputandole stupidotte e buone per la massa ignorante.
    Oggi sono diventate invece espressioni di alta cultura, buone tanto per i soggetti un po’ snob e Radical chic quanto per i punkabbestia che armati di percussioni martellano (anche i santissimi) fino a mattino inoltrato.

    Io continuo ad avere lo stesso atteggiamento.
    Pizziche e tarante non mi piacevano prima e non mi piacciono adesso.
    E mentre per l’aspetto musicale rimango dell’opinione che ho già espresso, per quello sociale direi che sono stato fin troppo buono.

    E’ ovvio come ho già detto, e chiudo, che distinguo il giudizio dato al genere musicale da quello dato alla vostra esecuzione.
    Ma lo ripeto: veramente bravi.
    E sprecati, mi viene da aggiungere.
    Un saluto a tutti quanti.
    nando

  • Giovanni:

    Caro Nando,
    io sono tanto d’accordo con te sul fatto che al giorno tante persone scimmiottano quella che è una NOBILE tradizione PUGLIESE, e non SALENTINA. Perché, come dovresti sapere, la pizzica doc non è quella salentina bensì quella di tutta la Puglia. Tant’è vero che San Vito è ricordata anche per la sua famosissima pizzica ultra secolare.
    E quando io mi sento dire che i puristi della pizzica storcono il naso alle nuove interpretazioni, mi viene una grossa risata perché mi ricorda l’epoca dell’unità d’Italia, quando il papa faceva di tutto pur di mantenere la restaurazione del suo impero!!
    Ma che storia è mai questa? Da amante del jazz, ti posso dire che questo nel genere musicale, sta avendo un percorso parallelo a quello che ha avuto il jazz tanto tempo fa… Era nato tra i neri disperati per le loro condizioni sociali ed economiche, e poi è diventato un cult tra tutti, e dico tutti, quei bianchi americani che ne scimmiottavano la musica, ma anche la danza. Negli anni ’30 in America, tutti ballavano il jazz… E meno male, perché purtoppo anche lì c’erano quelle persone che odiavano le mode, ma se ci non fosse stata la moda, io adesso il jazz non saprei nemmeno cosa fosse!!!
    E poi, tutta la musica è moda… Un musicista viene detto tale quando suona/canta con passione, ma anche quando la sua passione viene trasmessa agli altri! Automaticamente nasce una moda. Ci sono sempre e sempre ci saranno…
    Apulia Ensemble non fa le cose così come si facevano una volta, ma le prende e le svecchia!
    Poi, francamente… A me non interessa niente nè dei puristi, nè dei tradizionalisti, ma non faccio nemmeno caso ad eventuali accuse di stare scimmiottando queste cose! In musica solo gli stolti pensano in questo modo. A noi piace suonare insieme, e ci piace suonare questo genere… E ci piace vedere il pubblico che si diverte, che batte le mani, che suona, che balla! Non perché il pubblico scimmiotta, ma perché è bello partecipare… Al diavolo la moda.

    E poi, se proprio dobbiamo andare a vedere la tradizione… La pizzica con i santi non è che c’entrasse tanto! Venivano “pizzicate” le donne dalla taranta… In loro c’era il veleno, il veleno di una società che le denigrava, le trattava come oggetti, e poi loro ad un certo punto non ce la facevano più, ed uscivano di senno… E allora si curava il veleno! Abballà abbà, fino a ce nan ci scatti! Passavano le ore, finché la donna sveniva… Il veleno aveva smesso di fare effetto!

    Grazie per i tuoi apprezzamenti sul video! Saluti,
    Giovanni

  • Giovanni:

    P.s. Ho fatto un pò di errori grammaticali… Ho scritto troppo di fretta!!!
    Ri-saluti!

  • devina:

    Caro Giovanni,
    hai un po’ confuso il senso delle cose che ho detto.
    E anche nella tua argomentazione non è che sia tutto chiaro.
    Tipo, prima benedici le mode musicali e poi le maledici.
    Vorrei rispondere poi all’affermazione “Tutta la musica è moda”, ma dovrei prima capire cosa intendi… e poi il discorso sarebbe lunghissimo.
    Io partirei con pipponi sugli anni ’60, sul progressive, glam, krautrock, punk e post-punk, New vawe, sul Paisley Underground, sulle sperimentazioni minimali, e francamente non mi sembra il caso, per tanti motivi.

    Sul suonare per divertimento e per passione sono d’accordo con te.
    E visto che siete bravi e originali a farlo, auguri per il vostro futuro.
    nando

  • Giovanni:

    Non mi sembra di aver maledetto la moda…
    Grazie per gli auguri!
    http://it.wikipedia.org/wiki/Moda
    Credo che non ci sia bisogno di aggiungere altro.
    D’accordissimo che il discorso sarebbe molto lungo! Saluti

  • devina:

    Forse non ricordi quanto hai scritto.
    Riporto, quindi, due tue affermazioni.
    1) “E meno male, perché……se ci non fosse stata la moda, io adesso il jazz non saprei nemmeno cosa fosse!!!”.

    Mentre più avanti scrivi:

    2) “Al diavolo la moda.”

    Magari intendevi dire tutt’altra cosa, ma io ho intrepretato quello che hai scritto e la prima affermazione contraddice la seconda.

    Riguardo, poi, alla frase “tutta la musica è moda” è talmente generica che può significare tutto e niente nello stesso tempo.
    Ma prima di tutto non è chiaro se affermi ciò considerando il punto di vista dei musicisti o quello degli ascoltatori.
    Nel primo caso la musica, come tutte le forme d’arte, è uno strumento che l’artista usa per eprimere la propria sensibilità e il proprio “mondo”.
    Proprio come un pittore lo fa con un quadro, lo scultore con una scultura, il poeta con una poesia e via dicendo.
    E la moda in questo caso c’entra poco o niente.
    Forse intendevi che chi ascola spesso “asseconda” le leggi del mercato.
    Ma questo può riguardare solo i cosiddetti “ascoltatori deboli”, quelli che seguono l’ondata del momento, ossia quello che “passa il convento”, senza alcuna consapevolezza.
    In ambito Rock, che è poi il mio campo d’azione, la “moda”, intesa nel senso più usuale del termine, ha veramente limitato impatto.
    Mai sentito che qualcuno ascolta i Popol Vuh, i Teardrop Explodes, o i Suicide per moda.
    O mai saputo di gente (e io sono uno di quelli) che si fa 1000 km di andata e 1000 km di ritorno per andarsi a vedere i Modest Mouse perchè “vanno tanto di moda”.
    O di gente che spende 700-800 euro perchè è “di moda” avere la prima stampa in vinile originale dei Velvet Underground con la copertina di Andy Warol.
    La nusica (il rock nella fattispecie) è una forma di cultura. Di alta cultura aggiungerei.
    Sono anni che, nel mio piccolo, mi batto per questo concetto.
    E credimi, lo dico con cognizione di causa, la cultura può essere tutto, tranne che una moda.

    Se mi permetti, ti cosiglio un paio di letture, che di sicuro apprezzeresti.
    - “Guida ragionevole al frastuono più atroce” di Lester Bangs.
    - “Il don Chisciotte elettrico” (biografia di Frank Zappa) di Slaven Lein

    Mentre per capire come alcuni territori esplorati dal Rock siano quanto di più lontano da qualsiasi moda, potresi ascoltare:
    - “Trout Mask Replica” di Captain Beefheart and His Magic Band
    - “Music From The Death Factory” dei Throbbing Gristle
    - Tago Mago” dei Can
    Magari non ti piaceranno, ma servono per avere un’idea di come il rock abbia tracciato percorsi artistici innovativi e rivoluzionri al pari di altre forma d’arte.

    P.S.
    Sei un ragazzo simpatico, ho sempre apprezzato come suoni e il tuo approccio alla musica; ma ti prego di non cadere nell’errore tipico che si commette quando si è giovani, e cioè quello di presumenre di saperla già lunga.
    Io che compro dischi dal 1979 e che ho avuto la prima Encicolpedia della Musica Rock nel 1981/82, da 30 anni precisi, tutti i giorni (e quando dico tutti, significa tutti realmente) leggo sempre qualcosa che “ha a che fare con la musica”. Rivista spcializzata, Saggio, Manuale o Enciclopedia che sia.
    E ogni giorno imparo qualcosa accorgendomi che è sempre di più quello che non so rispetto a quello che so.
    D’altronde, come dicevo, la musica è cultura e, come sanno i bambini, non si finisce mai d’imparare.

    con simpatia,
    nando

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