COME E’ POTUTO ACCADERE? (di Domenico Galetta)

Riceviamo da Domenico Galetta e di seguito pubblichiamo:

Mai nella storia politica di San Michele Salentino era accaduto di ritrovarsi in una competizione elettorale priva di “competizione”. Mai che qualche forza/gruppo/coalizione politica gareggiasse da sola (un noto spot pubblicitario recitava: ti piace vincere facile?).

E’ risaputo che la competizione è l’essenza della crescita in ogni sua accezione. E, sebbene siamo al livello più periferico degli Organi da eleggere, è pur sempre garanzia di democrazia. Il dibattito, il confronto e, talvolta, anche gli “scontri” sono costruttivi, risultando estremamente produttivi di idee, proposte, stimoli. Oltretutto, ci sarà senz’altro un deficit in quel potere di controllo che la legge conferisce alle opposizioni.

La circostanza che, formalmente, c’è una seconda lista a contendere l’esito all’Amministrazione uscente non deve ingannare. Essa, infatti, non è rappresentativa di quel vasto elettorato che la nostra cittadina esprime. In sostanza manca la rappresentanza delle posizioni politiche facenti capo al centro-destra che in contesti sovraordinati (regionali, nazionali) risultano essere, frequentemente, maggioritarie. Aggiungo, poi, che, paradossalmente, la presenza di quella seconda lista (civica che è risultata inconsistente nelle precedenti consultazioni) ha in qualche modo aiutato la lista Allegrini perché l’ha di fatto sollevata dalla dipendenza dell’affluenza alle urne (con una sola lista le votazioni non sono valide se non partecipano al voto più del 50% degli elettori).

Ora, la competizione si limita tutta all’interno con la corsa alle preferenze, il cui esito, pare, determinerà la scelta degli assessori.

E pensare che a San Michele Salentino c’è sempre stata competizione vera e rappresentativa di tutti gli elettori.

I meno giovani ricorderanno le sfide in campagna elettorale tra DC e PCI e poi PSI, PSDI, PSIUP, MSI, PRI, PLI e ancora le liste civiche “Stretta di mano”, ecc.; i consigli comunali accesi e seguitissimi, anche se più per il folclore che per i contenuti (ma, questo, forse, non è cambiato granché). Solo per ricordare alcuni numeri: nel 1979 (vigente il sistema proporzionale e con consiglio comunale composto da 20 membri) si presentarono 8 liste da 20 candidati ciascuna (tranne alcune); nel 1982, sempre con il proporzionale, ben 9 liste; nel 1987, 7 liste; nel 1992 (ancora proporzionale), 8 liste. Persino nel 1993, prima volta con il sistema maggioritario (lo stesso che vige oggi), quando la nostra realtà fu travolta da un terremoto giudiziario, la società sanmichelana riuscì ad esprime 4 competitor (PCI, DC, PRI, Lista civica).

Ma, come è potuto accadere ciò? Di chi le responsabilità?

Ovviamente le responsabilità dovranno essere ricercate principalmente tra chi ha amministrato negli ultimi 20/30 anni, quando nella gestione della “cosa pubblica” ci si è preoccupati più di spadroneggiare che di servire la collettività. E già, perché nel servire una comunità non si può prescindere dall’obiettivo di assicurare continuità gestionale; dal dispensare esempi di neutralità e imparzialità; senza abusare della carica che, contingentemente, si ricopre; non si può prescindere dal proporsi come leader (non capo) inclusivo e mai divisivo. Solo così potrà aversi garanzia per i necessari ricambi generazionali.

Non sono di meno le responsabilità dei politici sovrapposti (parlamentari, segreterie politiche). Tutti se ne sono infischiati della rappresentanza sanmichelana (tanto di quei 4 gatti non sappiamo che farcene). Una volta c’era vera rappresentanza territoriale. Oggi nessun parlamentare si preoccupa di coltivare il suo orticello, basta essere devoto al capo politico nazionale per garantirsi la elezione a parlamentare. Non ci sono più le scuole di formazione politica che “forgiavano” gli aspiranti politici.

Allora, che resta di questa triste realtà.

Intanto la lista Allegrini dovrà dimostrare che, comunque, loro ci sono; che sono espressione di una larga maggioranza. Dovranno adoperarsi per non far prevalere l’indifferenza negli elettori dovuta alla convinzione diffusa dell’esito scontato. Avranno l’onere di contenere al massimo l’astensionismo per legittimare il loro diritto/dovere di amministrare.

Poi, per la ricostruzione degli schemi standard di governance è necessario che emergano (e venga dato loro lo spazio necessario) nuovi soggetti: volenterosi, capaci, determinati. Soprattutto, pervasi da nobili sentimenti di servizio. Ma, ciò non sarà facile.

Domenico GALETTA

 

Un Commento a “COME E’ POTUTO ACCADERE? (di Domenico Galetta)”

  • edmondo:

    Assolutamente condivisibili i pensieri di Domenico; ma vedi come emergono i nuovi soggetti: nessun commento alle tue tante osservazioni.
    Solo una “curiosità”: allego i simboli dei partiti candidati alle elezioni del 02.11.1993.

    edmondobellanova

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