CICALE (di Edmondo Bellanova)

Sembra che tutto ci passi sopra la testa e che nella coscienza non resti che il lontano suono di voci, parole, sentimenti; cose dette, ascoltate e dimenticate come il canto delle cicale: continuo, insistente, irritante, assordante e pur sopportato come evento inevitabile della calda estate della nostra terra. Il loro frinire cesserà con le prime ombre della sera e sarà armonioso silenzio rotto alle prime luci di un nuovo giorno dall’infaticabile ricerca del loro appagamento sessuale.

Tutti possiamo: dire una cosa ed il suo contrario, assolvere-condannare, premiare-punire, apprezzare-denigrare, riconoscere-negare, affermare-smentire, senza che la nostra coscienza ne resti turbata, senza che alcuno ci faccia notare l’incongruenza delle affermazioni e l’assoluta mancanza di coerenza del nostro pensare con l’agire.

Tutto stò giro per parlare dell’ultimo Consiglio Comune di San Michele Salentino?

Beh le premesse sono importanti!

Dopo aver giustificato la mia “eccezionale”, nel senso di “rarissima”, assenza, ma ascoltato con estrema attenzione il resoconto audio del “benemerito Midiesis” sento il bisogno di partecipare alla discussione dell’argomento all’ordine del giorno: enfiteusi!

Si! Ancora enfiteusi perché, come riportato nella delibera del consiglio, dopo il 14.10.2014 e 08.09.2017 riteniamo necessario un atto consigliare per dare forza e sostenere il “Comitato no enfiteusi” nella sua lotta per “affrancare” le nostre genti dall’assurdo balzello dell’enfiteusi certi del “ripetita iuvant”.

Avrei voluto leggere il testo dell’O.d.G., approvato all’ unanimità, ma stranamente il documento non è allegato-riportato nella delibera n°30 del 07.08.2018  pubblicata sull’albo on line del Comune e, quindi, devo fare affidamento alla memoria.

Sostanzialmente si ripropone la strategia per la soluzione politica della questione, “facendo voti” ai rappresentanti parlamentari della zona, di pensarci loro all’abrogazione di questo diritto-reale con la presentazione di una specifica proposta di legge.

Niente, come le cicale, si continua a cantare al sole nel tentativo di trovare vitali giustificazioni con il rischio di lasciare presenza della nostra lotta solo nelle esuvie appiccicate alla dura corteccia degli alberi.

Eppure la relazione del dott. Salonna mi è parsa “studiata”, approfondita ed organica nell’indicazione delle varie strategie possibili da seguire per liberarsi da questo incubo.

Lui indica tre vie:

- quella politico-legislativa con l’obiettivo dell’abolizione dell’istituto dell’enfiteusi;

- una strategia giudiziaria per far valere le ragioni degli enfiteuti sia nel loro diritto d’avere la piena proprietà del bene e/o (viste le recenti sentenze del Tribunale di Brindisi, di cui nessuno conosce il testo!) di determinare nei termini più giusti ed equi l’importo del canone e, quindi, dell’affrancazione;

- l’accordo; ritenendo utile per entrambe le parti arrivare ad una soluzione riguardante la generalità degli enfiteuti che garantirebbe ai concedenti una cospicua ed immediata soddisfazione sollevando tutti dalla lungaggine dei processi.

Si è votata solo la prima ipotesi, ma è mancata l’ approfondita analisi delle altre possibili strategie. Per la verità il dott.Torroni è intervenuto in modo chiaro, risoluto, onesto ma, vincolato anche lui dal  voler dare, comunque, una risposta positiva al comitato, ha votato a favore pur riconoscendo l’assoluta inutilità dell’iniziativa. Si continua a suggerire una “marcia” su Roma, con Sindaci, tricolori e fischietti ma i tempi passano e dei rumorosi enfiteuti marcianti, dimostranti non resterà che un lontano suono, sino alle prime ore della sera, poi la capitale tornerà ai suoi sfarzi e i politici resteranno nei loro armoniosi palazzi a spiegarci che lavorano per la soluzione dei nostri problemi.

E noi, felici d’aver avuto qualche parlamentare dalla nostra parte, torneremmo fiduciosi alle nostre case ignari che… pure le cicale “šcattënë”.

sanmichelesalentino09agosto2018edmondobellanova

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TAG: ENFITEUSI

3 Commenti a “CICALE (di Edmondo Bellanova)”

  • edmondo:

    Oggi, modifico in alcune parti l’articolo dell’11 agosto 2018!

  • michele salonna:

    Il poblema non è che le cicali cantano ma che una volta finita l’estate e “scattate” , del problema non se ne occupi nessuno, lasciando i cittadini in balia di faccendieri e speculatori ( mi riferisco al futuro e non al presente) .
    Ringrazio Mondino, perchè come al solito ha evidenziato domande che molti cittidini si sono posti in cuore loro.
    La prima è se fosse necessario un altro consiglio comunale sull’enfiteusi.
    La mia opinone è che ci sono alcune novità, come spiegato in consiglio comunale, che rendono attuale la discussione in assise. Infatti è cambiato il quadro politico nazionale, coloro che avevano sponsorizzato, dall’opposizione al precedente governo, la soluzione legislativa al problema, ora sono al governo e sono componenti della commisisone agricoltura. Vediamo quindi, se erano solo parole o se saranno fatti. Nel consiglio comunale ho cercato di evidenziare che una soluzione legislativa è possibile perchè già attuata in passato ( per il veneto e per le amministrazioni pubbliche). Inoltre il Tribunale di Brindisi è intervenuto sulla quantificazione del canone e conseguentemente dell’affrancazione, riducendo di circa 30 volte il quantum richiesto dal concedente.
    Nello stesso consiglio comunale è stato anche suggerito la predisposizione di una causa pilota nei confronti dei Dentice di Frasso per ottenere una sentenza dichiarativa dell’usucapione su quelle case costruite dagli attuali enfiteuti, su terreni incolti, destinati all’agricoltura.
    Quindi qualcosa di nuovo e non la ripetizione di cose già dette e superate.
    Inoltre è inutile dire che non sono per niente daccordo sull’intervento del consigliere di opposizione, che con molta spavalderia prospetta una soluzione “pratica” e “concreta” al problema, dimenticando però (come ribadito dal presidete del comitato no enfiteusi Antonio Chirico) che lui è stato Sindaco dal 2002 al 2012, in pieno problema enfiteusi, e non mi risulta che abbia indossato la fascia tricolore per difendere i cittadini davanti al Parlamento.
    La cosa che possiamo assicurare ai nostri cittadini non è la immediata risoluzione del problema, ma possiamo garantire il nostro massimo impegno per rendere loro giustizia con i fatti e non con le parole-
    Nei prossimi giorni, insieme al comitato “no enfiteusi”, saranno poste in essere altre iniziative pubbliche

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