NEMO PROPHETA IN PATRIA (di Edmondo Bellanova)

Con il titolo credo d’aver già detto tutto!

A Ceglie Messapica, domenica 22 maggio 2016, c’è stata una mostra di documenti dai quali ricavare la storia della città messapica e l’austera chiesetta di San Demetrio era affollata da curiosi ed interessati spettatori.

Michele CIRACI’, autore dell’iniziativa, ha (informalmente) fatto una prima presentazione dei documenti esposti e sono seguite le relazioni di Corradino de PASCALI S e Vincenzo GASPARRO. Tutti hanno messo in risalto il valore dell’archiviazione della documentazione  e l’assoluta necessità di conoscere la propria storia per trarne suggerimenti ed insegnamenti. Relazioni dotte e cattedratiche alle quali però non è seguito alcun altro intervento.

Avrei voluto io alzare il dito per avere “parola”, ma mi è sembrato inopportuno che tra i tanti spettatori fosse proprio un “forestiero”a far notare l’enorme contraddizione che andava a crescere sulla manifestazione; eppure nella sala c’era gente (professori, storici, politici, blogger, ex amministratori) che avrebbe potuto e dovuto far notare l’assenza della pubblica amministrazione, l’assenza della volontà di una città di appropriarsi di quell’enorme tesoro documentale che Michele Ciracì, in splendida solitudine, nel corso della sua vita ha raccolto e raccoglie per lasciare alle nuove generazioni quel minimo di eredità culturale necessaria per la sua crescita.

Opportunamente il prof. GASPARRO, per la demolizione della chiesa dei cappuccini, ha accusato non tanto i politici-amministratori dell’epoca quanto la popolazione cegliese che, disattenta ai valori della propria tradizione, non s’interessò della questione e rimase assente, muta, disinteressata, inerme.

Caro professore, la storia si ripete: la città continua a disinteressarsi della propria storia e spende enormi risorse per rallegrare le serate dei turisti mentre non trova neanche il tempo per discutere l’opportunità di dare una degna sistemazione al patrimonio documentale cegliese e si corre il rischio, adombrato da DE PASCALIS, di ritrovare su bancarelle d’antiquariato, pezzi di quella storia cegliese cercata, raccolta, sistemata, coccolata, archiviata, amata da Michele CIRACI’che Vincenzo Gasparro definisce ”poeta dell’oblio”!

Sanmichelesalentino23maggio2016edmondobellanova

 

Un Commento a “NEMO PROPHETA IN PATRIA (di Edmondo Bellanova)”

  • Caro Bellanova, perché considerarti “forestiero” a Ceglie, visto che vi si parla una lingua col tuo stesso accento e vi si mangia pari pari come a “San Michele e dintorni”? Le radici dei convenuti e dei Relatori della Mostra sono le tue stesse radici e di una buona maggioranza dei Sammichelani.
    Io resto convinto che quando si sta troppo stretti e accalcati in una comunità alcuni cercano di uscire per costruire e guadagnare nuovi spazi e nuove opportunità di vita. Questa è l’emigrazione, ma credo pure che in genere nei grandi esodi sono i migliori ed i più coraggiosi a partire…
    Certo, in mezzo a tanto disinteresse è meglio considerarsi “forestiero” per non essere obbligati a condividere la responsabilità di conseguenze a volte vergognose.
    Io spero che Lillino di Fiuri campi ancora a lungo, perché fin che campa lui quel patrimonio della cui sorte ti preoccupi, sarà ulteriormente arricchito e fruito da chi ne ha interesse e non finirà sulle bancarelle. Ma le “personalità” che hai visto in quella sala hanno mai mosso un dito, a parte la lingua, per aiutare l’opera di Michele e di qualche altro isolato volontario?
    E non si dica “la cittadinanza” quando si vuole indicare un responsabile: con tanti titolati, dottori, professori, maestri, artisti ed artisani, collezionisti noti e ignoti di antichità e simili, vogliamo caricare forse il peso della cultura delle radici ai più umili della comunità, che mai hanno fatto neppure il consigliere comunale?

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